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Snater: “chiusura tv greca pessima notizia per democrazia”

L’annuncio della chiusura di tutte le trasmissioni di ERT, la Radiotelevisione pubblica greca, “é una pessima notizia per la democrazia in Europa”. Lo afferma il sindacato indipendente italiano Snater, una delle principali sigle della Rai, commentando le vicende greche. “Nel momento in cui si accusa da più parti quanto questa Europa incida profondamente nelle nostre vite senza che chi ha il potere di farlo abbia avuto nessuna legittimazione democratica, la chiusura di un servizio pubblico radiotelevisivo come conseguenza dei diktat di Eurotower e FMI é quanto di peggio poteva accadere” denuncia il sindacato indipendente federato all’Unione Sindacale di Base. Una decisione che “lascia sul campo infiniti dubbi sulle prospettive democratiche di questa istituzione, avvicinandosi pericolosamente ad un punto di non ritorno. E’ necessario interrogarsi su quanto possa dirsi matura una democrazia senza un servizio pubblico radiotelevisivo, su cosa sottintenda veramente disfarsene in un colpo solo e senza dibattito e di quanto sia facile, oggi, ridurre gli spazi di democrazia in nome delle ragioni dell’Unione Europea; ragioni mai discusse, sicuramente poco condivise tra i cittadini e spesso promosse da interessi poco chiari” aggiunge lo Snater. Che poi sottolinea che “in questo momento la Grecia é l’unica nazione europea senza un servizio pubblico radiotelevisivo: questo non ha migliorato la condizione dei suoi cittadini, non ne ha aumentato i posti di lavoro ne il reddito, ma oggi i greci sono informati solo ed esclusivamente da privati, i cui referenti sono fuori dalla Grecia e rispondono a logiche che prima di tutto sono di mercato”. Oggi “i greci possono fare affidamento per la completezza dell’informazione radiotelevisiva solo sulla deontologia professionale dei giornalisti – aggiunge la nota della segreteria generale della sigla sindacale -, a cui fa comunque da contrappeso, come dappertutto, l’interesse degli editori: ecco perché esistono i servizi pubblici radiotelevisivi, che vanno controllati e criticati ma mai chiusi, perché sono comunque un presidio di democrazia sottratto alle logiche del mercato e degli interessi particolari, ancora più necessari quando la condizione sociale ed economica é critica. La speranza é che le proteste interne ed internazionali facciano recedere il governo greco da una decisione incomprensibile, pericolosa e senza precedenti, mentre da parte nostra cercheremo di condividere con le altre organizzazioni sindacali della Rai azioni di reale solidarietà con i colleghi greci”.

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