Le motivazioni della sentenza di condanna definitiva inflitta dalla Cassazione all’ex premier Silvio Berlusconi nel processo Mediaset sono state depositate questa mattina.
Nelle motivazioni si legge che “va qui osservato come le risultanze processuali dimostrino, come incisivamente afferma il giudice di primo grado, ‘la pacifica diretta riferibilità a Berlusconi della ideazione, creazione e sviluppo del sistema che consentiva la disponibilità di denaro separato da Fininvest ed occulto’, cioè di quel meccanismo delle società facenti capo a Berlusconi Silvio – che nella più volte richiamata email del contabile Schwalbe, indirizzata al presidente della distribuzione internazionale della Fox – è definito come ‘l’impero di Berlusconi, che funziona come un elaborato shell game’ […] e, cioè, ‘gioco dei gusci vuoti’ […] con la finalità di evadere le tasse italiane”.
Le motivazioni, scritte e firmate dall’intero collegio feriale della Cassazione presieduto da Antonio Esposito e formato da Amedeo Franco, Claudio D’Isa, Ercole Aprile e Giuseppe De Marzo, approvate nella camera di consiglio di ieri, ripercorrono la vicenda processuale e respingono i vari punti sollevati dai ricorrenti, e portano la data odierna, quella di deposito.
Lo scorso 1° agosto la Cassazione ha confermato per Berlusconi la condanna per frode fiscale a quattro anni di reclusione, di cui tre condonati dall’indulto.
Le motivazioni stabiliscono che “devono, in definitiva, ritenersi assolutamente corrette e conformi alle risultanze processuali le conclusioni cui è pervenuta la Corte di merito”, e ripetono più volte che devono altresì ritenersi “congrue e motivate” le conclusioni delle corti di primo e secondo grado, mentre vengono ad uno ad uno respinti i vari motivi di ricorso.
La Cassazione, a pagina 193 della sentenza, dice che “il criterio dell’individuazione del destinatario principale dei benefici derivanti dall’illecito fornisce un risultato convergente con quello che s’è visto essere l’esito dell’apprezzamento delle prove compiuto dai due gradi di merito: esso indica, cioè, proprio in Berlusconi – ideatore del meccanismo del giro dei diritti, che a distanza di anni continuava a produrre effetti (illeciti) di riduzione fiscale per le aziende a lui facenti capo in vario modo – il soggetto che in ultima analisi, anche dopo l’assunzione della veste di azionista di maggioranza, continuava a godere della ricaduta economica del sistema praticato”.
Il testo cpmpleto della sentenza:
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