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Tagli alla sanità nel Veneto orientale

Entro il 4 novembre la Giunta regionale del Veneto approverà le modifiche alla struttura e al funzionamento della nostra ULSS 10.  E’ previsto lo spostamento in blocco di tutta l’attività chirurgica a ricovero ordinario a Portogruaro, tranne 10 posti letto in Ortopedia, appena sufficienti per la traumatologia. Tutto il resto sono posti letto in week-surgery (WS), cioè in un reparto che apre il lunedì e chiude a chiave il venerdì. Così vengono esclusi i ricoveri urgenti e per i casi più impegnativi. Chi avrà bisogno di questo dovrà trovare una sala operatoria e un letto altrove (Portogruaro, Mestre, Treviso.. ?). La chirurgia in settimana (Week Surgery) dove esiste e funziona ( nei grandi ospedali ) ha alle spalle un reparto di chirurgia generale ”normale” che non chiude per il week-end, un primario e un solido pronto soccorso. 
Cosa nasconde allora una politica così miope e azzardata? Non i risparmi sventolati, perché si possono fare senza questi tagli, cioè senza cambiare l’organizzazione su due ospedali di rete che sono gli attuali di San Donà e Portogruaro. Ma anche se non nascondesse nulla, o magari un bel nuovo ospedale unico efficientissimo (!?), l’azzardo di chiudere ora per una popolazione di circa 100.000 persone è inaccettabile. “Non si può pensare di disegnare una nuova sanità negando e tagliando la chirurgia che è il cuore di un Ospedale, né togliere al polo chirurgico di Portogruaro servizi essenziali come la cardiologia, in nome di un non dimostrato risparmio, o peggio, dietro l’alibi dell’ospedale unico. Le pietre da sole non curano” denuncia  in una nota il Comitato per la Difesa del sistema sociosanitario pubblico del Veneto orientale.

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