“Abbiamo destinato alla tutela del cantiere quattrocento soldati. I militari hanno acquisito le funzioni della polizia giudiziaria, con la possibilità di fermare persone che abbiano tenuto un comportamento illegale. Sono tutti uomini di grande esperienza, che hanno prestato servizio all’estero, in Afghanistan, in altri scenari internazionali, alle prese con situazioni complesse e delicate. Ovviamente operano in perfetta sintonia con le altre istituzioni dello Stato presenti in Valsusa, con i carabinieri e la polizia, per tutte quelle funzioni connesse all’obiettivo da raggiungere, cioè la tutela del sito e la sicurezza di chi ci lavora”. Ad affermarlo, confermando l’invio di ben 400 soldati dal fronte di guerra afghano in Val di Susa, è il Capo di Stato Maggiore gen. Graziano. Dunque centinaia di soldati assumeranno compiti di polizia, esattamente come in un paese in guerra, soldati che “operano in perfetta sintonia con le altre istituzioni dello Stato presenti in Valsusa, con i carabinieri e la polizia”. I No Tav sottolineano che in Afghanistan, nella provincia di Herat, il rapporto è di 1 soldato ogni 517 abitanti. A Chiomonte su 931 residenti ci saranno ben 415 soldati.
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