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Roma. Proteste contro il vertice tra Italia e Israele

Nella giornata del vertice della vergogna Italia-Israele, a Roma si sono svolte  alcune iniziative di contestazione , per ribadire la solidarietà col popolo palestinese e boicottare ogni collaborazione e prodotti israeliani. Dopo l’occupazione della sede romana dell’agenzia Agi di venerdì scorso e la manifestazione a piazza Venezia di sabato 30/11, ieri nelle zone adiacenti al vertice e alle  vie di passaggio di Nethanyau in Vaticano sono stati calati degli striscioni in solidarietà alla popolazione palestinese . Un presidio si è svolto a Castel S.Angelo dirimpetto a piazza S. Pietro dove il boia Nethanyau si è incontrato col Papa, ed infine è stata presidiata sulla Tiburtina la società Telespazio del gruppo Finmeccanica,capace di trarre profitto dalla produzione bellica usata poi quotidianamente contro il popolo palestinese.

(l’azione di protesta sotto la Telespazio)

L’Italia è il quarto partner commerciale nel mondo di Israele, il secondo in Europa, col quale ha stretto numerosi accordi di cooperazione, commercio e ricerca in vari campi tra cui esportazioni di gas israeliano, produzione di energie rinnovabili, comparto aereospaziale, sicurezza informatica, Expo 2015 di Milano, agricoltura innovativa, ricerca biomedica e compravendita di sistemi di sorveglianza di produzione israeliana (usati nella costruzione del muro dell’Apartheid e destinati ad essere installati sulle coste delle grandi isole e del meridione itaòiano contro i migranti).
A trarre maggiore profitto dalla situazione di oppressione del popolo palestinese sono le industrie belliche, prima su tutte il “fiore all’occhiello” dell’industria italiana Finmeccanica (primo produttore di armi in Italia) di cui fa parte Telespazio che ieri è stata contestata, senza dimenticarci di tutte le altre “degne compari” concentrate nel quadrante nord-est (Vitrociset, Alenia, Selex, solo per citarne alcune).
La Palestina infatti è un “laboratorio” a cielo aperto in cui si sperimentano tecniche e tecnologie di oppressione, in cui le aziende belliche studiano l’efficacia delle loro nuove creazioni: aerei drone senza pilota usati per bombardare e controllare i palestinesi e telecamere di ultima generazione per controllarli; il tutto con l’aperto consenso della comunità internazionale che legittima e appoggia l’operato di Israele.
Un esempio che ben dimostra la stretta connessione tra i due governi, le industrie belliche. Non per ultima l’università dove è stata tenuta una conferenza alla Sapienza sul tema della guerra cibernetica (cyber-war), organizzata dai centri di ricerca de La Sapienza e dell’università di Firenze in collaborazione con partner privati come Vitrociset, Finmeccanica e Maglan (quest’ultima società israeliana di difesa ed informazione leader nel settore della cyber-guerra), a cui erano invitate le più alte cariche dell’esercito italiano e vari ministri.
Nel periodo in cui chiede sacrifici da fame alle classi sociali più disagiate, il governo delle larghe intese, come i precedenti, continua nella politica di cooperazione con Israele, soprattutto in campo militare: ne sono dimostrazione le recenti esercitazioni militari congiunte tra Italia, Israele, U.S.A. e Grecia e l’acquisto dei tristemente noti F-35.

 

E’ una vergogna vedere le facce beffarde di Letta e Netanyahu, contente per gli sporchi affari che hanno concordato, sorridenti alla faccia dei palestinesi che lo stato israeliano continua con ferocia ad opprimere nel silenzio dei governanti italiani. Difatti, nessun accenno da parte di Letta alla ” vita,terra e libertà” per il popolo palestinese : prevale l’infame ” ragion di stato” che vuole che si faccia business anche con i boia e gli assassini !


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