La discarica di Cupinoro è temporaneamente chiusa. Per irregolarità nelle procedure, per le volumetrie in via di esaurimento, e soprattutto perché non può più ricevere il tal quale. Ora i 25 comuni conferitori devono portare i rifiuti altrove, con costi maggiorati per le casse comunali e per le tasche dei cittadini.
Di chi sono le responsabilità? A chi le attribuisce ai comitati, che hanno voluto con forza la chiusura della discarica, vogliamo ricordare che Cupinoro doveva essere chiusa già da 10 anni. Da sempre i Comitati si battono contro questa discarica nata abusiva – dove è stato sversato tal quale e rifiuti per decenni e senza controlli – con l’unico obiettivo di difendere la salute dei cittadini che da 25 anni convivono con questa bomba ambientale a cielo aperto.
Il Sindaco di Bracciano Sala tenta ora di scaricare su altri la colpa delle inadempienze della sua amministrazione. Invece di preparare soluzioni alternative, ha cercato di imporre un progetto al limite della follia: creare un polo industriale dei rifiuti, ampliando la discarica di milioni di metri cubi e aggiungendo un impianto TMB con megacentrale a biogas, in una zona di grande valore protetta da vincoli archeologici, paesaggistici, idrogeologici, ambientali. Con l’avallo di una pletora di “primi cittadini” compiacenti e di un’Amministrazione Regionale che ha visto nel progetto una soluzione per la decennale e scandalosa emergenza dei rifiuti di Roma. Ma dopo i ricorsi e lo stop del MIBACT, il piano traballa.
Anche i comuni conferitori hanno le loro responsabilità. Perché potevano da anni investire sulle soluzioni virtuose e praticabili che i cittadini hanno sempre indicato: raccolta differenziata porta a porta, riduzione dei rifiuti a monte, riuso, riciclo e recupero di materia, compostaggio aerobico per la frazione organica. Le uniche strade percorribili per gestire i rifiuti senza inquinare, per evitare che le persone si ammalino, che l’agricoltura muoia, che il turismo scompaia, che le case e il territorio in generale perdano valore. L’unico modo per scongiurare i rischi ambientali delle discariche, degli inceneritori e dei biodigestori.
E ora ci tocca assistere a questo spettacolo miserabile, amministratori che scaricano le colpe sui cittadini. Sentirli parlare dei costi della differenziata per metterci paura e farci carico della responsabilità di nuove tasse, dato che l’equazione “più tasse = meno voti” per loro è un formidabile deterrente. Non dicono però che una volta a regime il sistema virtuoso è economicamente vantaggioso. Non dicono qual è il costo sociale dell’inquinamento in termini sanitari. Non dicono che discariche, inceneritori e centrali a biogas sono business su cui è più facile lucrare, su cui convergono gli interessi più oscuri.
Pressati dalle proteste dei comitati, alcuni sindaci hanno deciso di far partire la raccolta differenziata. Meglio tardi che mai.
Noi cittadini faremo la nostra parte perché non possiamo più accettare di avvelenare la terra portando i rifiuti in discarica. Perchè sappiamo, noi sì, che non si gioca con la salute delle persone. Ma non li perderemo di vista un attimo. Dovranno andare fino in fondo con la differenziata e il ciclo virtuoso, senza tentennamenti e deviazioni. Vogliamo vedere scendere i costi in bolletta, vogliamo vedere crescere l’attenzione all’ambiente. Ormai una cosa l’abbiamo capita: solo noi possiamo difendere il nostro futuro. Il più delle volte, dalle stesse persone che abbiamo chiamato a rappresentarci.
Esprimiamo la nostra piena solidarietà ai cittadini di Viterbo e Aprilia, sommersi anche dai rifiuti del nostro comprensorio e attuali vittime di questa politica irresponsabile, ai quali garantiamo il nostro sostegno nella lotta comune.
Coordinamento Rifiuti Zero per il Lazio
Comitato No Discarica Cerveteri
Comitato Bracciano Stop Discarica
Comitato Terra Nostra
Comitato di Zona Borgo San Martino
Associazione Terrattiva “I Terzi”
Associazione Rifiuti Zero Valcanneto
Associazione Scuolambiente
Associazione Salviamo Bracciano
Salviamo il Paesaggio Roma Nord
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