Ieri pomeriggio, dopo la fine del corteo nazionale indetto a Roma contro le privatizzazioni e per la difesa dei beni comuni, a partire dall’acqua, un centinaio di militanti di partiti di sinistra e organizzazioni antifasciste si sono concentrati in Piazza Verdi, a pochi metri dalla sede dell’Ambasciata dell’Ucraina nella capitale situata in via Guida d’Arezzo.
La manifestazione contro le scorribande naziste a Kiev, che segue quella realizzata martedì pomeriggio a pochi metri dalla sede dell’Unione Europea, ha voluto denunciare le connivenze internazionali – Ue e Stati Uniti in primo luogo – con il regime nazionalista frutto di un colpo di stato che da alcuni mesi ha concesso mano libera alle bande neonaziste armate responsabili finora di omicidi e stragi, la più grave delle quali quella accaduta ad Odessa lo scorso 2 maggio.
In piazza, oltre ai militanti delle organizzazioni antifasciste della capitale, anche un nutrito gruppo di cittadine ucraine e russe che hanno esposto cartelli contro il fascismo e contro la giunta golpista di Kiev.
Da segnalare che i funzionari di polizia hanno detto no ai partecipanti all’iniziativa che intendevano depositare alcuni mazzi di fiori davanti alla sede dell’ambasciata per ricordare i morti della strage di Odessa con l’assurda motivazione che “potrebbe sembrare una provocazione”. Provocazione che invece è venuta da un funzionario dell’ambasciata che avvicinandosi al presidio ha gridato ‘Viva l’Ucraina libera’ rifugiandosi poi prontamente dietro un cordone di Carabinieri quando alcuni dei manifestanti lo hanno rimbrottato.
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