Come prova di forza non è un granché. Il chiacchierone di Pontassieve scopre che non ha né i numeri né il candidato per provare a fare la “grande operazione di trasparenza” che aveva promesso per l’eelezione del Presidente della Repuublica. E quindi ricorre al più antico dei giochini parlamentari.
Farà votare scheda bianca durante i primi tre turni di votazione, quelli in cui è necessaria la maggioranza qualificata dei due terzi. Poi, teoricamente forte di 450 grandi elettori del Pd (ma 150 sono della minoranza) e praticamente sostenuto da Berlusconi e Alfano, scoprirà le carte indicando il candidato renzusconiano.
Non male come “scelta condivisa col massimo della convergenza”…
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