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Toscana. L’associazione Idra sollecita Cantone sulla Tav

Mentre si apre il processo agli appalti Tav, a Firenze i lavori proseguono senza i controlli dell’osservatorio ambientale. Che fine ha fatto l’istruttoria dell’autorità anticorruzione? Dopo aver segnalato la scorsa settimana al presidente dell’ANAC l’avvenuta decadenza dell’Osservatorio Ambientale sui lavori TAV nel Nodo di Firenze, Idra trasmette oggi a Raffaele Cantone alcuni aggiornamenti informativi, e al riguardo osserva: “Siamo molto preoccupati del fatto che, nonostante la gravità delle imputazioni contestate a 32 persone fisiche e 7 società nel procedimento penale apertosi lo scorso maggio a Firenze sulla gestione degli appalti per l’Alta Velocità nella città cara all’Unesco (associazione a delinquere con inquietanti paventate complicità di committenti e controllori, corruzione, traffico illecito di rifiuti, truffa ai danni dello Stato per i costi gonfiati di smaltimento dei fanghi, frode in pubbliche forniture per il mancato monitoraggio degli effetti degli scavi sulla stabilità di una scuola media e per l’utilizzo di conci di rivestimento del tunnel diversi da quelli prescritti nel capitolato e ritenuti non sufficientemente resistenti in caso di incendio), e nonostante che il Ministero dell’Ambiente, quello delle Infrastrutture e la stessa Autorità da Lei presieduta si siano costituiti in quel processo parte civile, i lavori per la costruzione della stazione AV Foster proseguano indisturbati potendo persino fare a meno, in un simile contesto, grazie all‘apparente deplorevole inerzia delle istituzioni deputate alla tutela dell’ambiente e dell’erario, dello strumento dell’Osservatorio Ambientale, scaduto e non rinnovato, dei controlli da parte dei suoi supporti tecnici, della verifica dell’osservanza delle prescrizioni dettate”.

Intanto – si rileva nella nota trasmessa a Raffaele Cantone – “il presidente della Regione Toscana Enrico Rossi, nell’annunciare oggi gli esiti dell’incontro col ministro delle Infrastrutture Graziano Del Rio, non fa cenno a questo ennesimo ritardo istituzionale, né alla lievitazione dei costi che gli atti della Procura individuano come ‘naturale’ conseguenza dei comportamenti denunciati come illeciti, e che l’ANAC ascrive addirittura allo stesso meccanismo contrattuale ‘legale’. Al contrario, il presidente Rossi ripropone invece il mantra delle “grandi priorità infrastrutturali, in grado di rendere la Toscana ancora più moderna e al passo delle migliori regioni europee”, per le quali auspica “un’accelerazione dei lavori, dato che le fonti di finanziamento sono già state individuate” (!)”.

 

Infine, un appello diretto all’Autorità perché renda noti i risultati delle indagini svolte su Firenze: “Ci preoccupa, non Le nascondiamo, anche il fatto che l’istruttoria sul Nodo AV di Firenze, aperta a 360° dall’Autorità Nazionale Anticorruzione a séguito dei nostri esposti dell’estate 2014, non sia ancora pervenuta ad una prima conclusione pubblica, nonostante l’elevata attenzione e le sincere aspettative che circondano la meritoria attività dell’ANAC”.

 

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