Sui fatti di ieri, sulla repressione e sull’urgenza di aprire nuovi spazi di libertà
La sequenza dei fatti accaduti ieri e l’arresto di due compagni, attualmente ai domiciliari, mostrano con chiarezza quale sia il quadro securitario dentro cui ci muoviamo. Al massimo controllo sui deboli (migranti, sfrattati, disoccupati, ”pazzi”) e su chiunque si opponga allo stato di cose presenti, corrisponde la totale deregolamentazione per imprese, lobby e speculatori.
Con la questione del decoro urbano, in questa vicenda, si vorrebbe celare un’incapacità di fondo ad affrontare questioni sostanziali come ad esempio il problema abitativo, quello degli abusi psichiatrici e più in generale quello di un’opposizione sociale sempre più slegata dai dispositivi istituzionali.
Al netto delle falsità raccontate sulla dinamica dei fatti, le misure sproporzionate adottate verso chi partecipava ad un presidio contro la criminalizzazione della miseria e del disagio, sono chiaramente un atto di repressione nei confronti di militanti impegnati in un percorso di mobilitazione contro una “governance autoritaria” non certo confinata nella città dello stretto.
Le paranoie di un consigliere comunale, nostalgico del ventennio, ingastrito alla vista di una tenda, diventano scenario di criminalizzazione e repressione di tutte le forme di dissenso e di conflittualità eccedenti lo spazio – sempre più asfittico e sclerotico – del discorso politico dominante. Non a caso la compagna arrestata è anche una militante del Movimento NOMUOS.
Complici e solidali con Irene e Sergio ne pretendiamo la immediata liberazione.
Per questo chiediamo a tutte e tutti di essere al Tribunale Mercoledì 2 settembre alle 9, per dire ancora una volta che rifiutiamo una organizzazione della società che produce solo povertà, paure e solitudini.
TEATRO PINELLI
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