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Germania. Per il treno nucleare 1.300 arresti

Poco prima di Dannenberg, nel nord, i dimostranti hanno bloccato per ore i binari stendendovisi e spesso anche incatenandosi a rotaie e scambi. Soltanto in serata, con ore di ritardo, il treno è giunto alla stazione di Dannenberg. Là gli undici contenitori stagni, chiamati Castor, sono stati scaricati dai vagoni e caricati su autotreni. I quali sotto forte scorta degli agenti li hanno portati fino alla destinazione finale, il deposito di scorie nucleari di Gorleben.
 
Il treno – un totale di circa 150 tonnellate di scorie nucleari – era l’ultimo di quelli che per anni hanno portato il combustibile atomico usato delle centrali tedesche nelle officine di riprocessamento in Francia, e poi hanno riportato in patria le scorie stesse, ritrattate. Berlino ha deciso di recente un addio accelerato al nucleare, e questi trasporti non saranno più necessari. I giovani ecologisti sono accorsi a migliaia nel nord da ogni angolo del paese, per protestare e bloccare ovunque possibile la linea ferroviaria con sit-in improvvisati sulle rotaie e altre azioni mordi-e-fuggi oppure incatenandosi ai binari.

La polizia è intervenuta in forze, molto duramente. Almeno ventimila agenti in assetto antisommossa, con pieno equipaggiamento, muniti anche di gas e appoggiati da unità cinofile ed elicotteri, hanno affrontato ovunque i manifestanti. Ogni volta, li hanno sgomberati a forza dalla linea ferroviaria. In almeno un caso, però, gli agenti e gli stessi reporter e cameramen se la sono vista brutta. Gruppi di  dimostranti, hanno lanciato a loro volta una carica, sorprendendo i poliziotti, ferendone non pochi e inducendoli alla ritirata. I dimostranti non si sono fatti  intimidire dai 1300 e passa arresti, né da gas e idranti. Con organizzazione da guerriglia, i giovani sono riusciti spesso a costruire in tutta fretta piccole piramidi di cemento sui binari, o altre ostacoli. Come è accaduto ogni volta, il treno alla fine è arrivato a destinazione ma con grande ritardo. L’ampiezza del movimento di protesta conferma la forte ostilità all’uso civile dell’energia atomica in Germania, abbandonato dal governo

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