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Roma. Stop all’Ecodistretto a Rocca Cengia. “Non confondete le esigenze popolari con i poteri forti”

Scrivo a seguito della pubblicazione, in data 17 Ottobre 2015, sul sito di“La Repubblica”, di un articolo firmato da Cecilia Gentile dal titolo “Ama, Fortini denuncia: Appalti senza gara 700 milioni in otto anni”. L’articolo nel denunciare l’assenza quasi totale di gare d’appalto nella gestione AMA ha riportato dichiarazioni non vere riguardanti il QRE che in questo comunicato rappresento.

In qualità di Presidente del Comitato di Raccolta Fondi a Tutela della Salute e dell’Ambiente, nato per sostenere la battaglia legale del QRE contro l’ecodistretto di Rocca Cencia, chiedo la rettifica del seguente passaggio, privo di fondamento: “In tutte le manifestazioni contro l’ecodistretto di Rocca Cencia c’è un personaggio che compare sempre e sembra l’agitatore principale… Abbiamo saputo che questo Signore è titolare di convenzioni edilizie nell’area, siglate prima di Marino… Della questione si sta occupando l’ex assessore all’Urbanistica Caudo e non si esclude la revoca di queste concessioni rilasciate senza tener conto dei vincoli urbanistici: in quella zona non si può costruire per la presenza di uno stabilimento industriale.”

E vero, infatti che il QRE è un’organizzazione spontanea di comitati e cittadini che chiedono la riqualificazione del quadrante e la dismissione di un polo industriale che persiste all’interno del centro abitato e dentro l’area metropolitana di Roma. Non vi sono poteri forti o interessi privati a guidare questo movimento se non la rabbia dei cittadini e la tutela del diritto alla salute e alla casa come beni primari. Diritti assolutamente non negoziabili e non strumentabili.

E’ bene tuttavia ricordare che, a partire dal 1996 in poi, le zone cosiddette “O” sono state oggetto di varie delibere comunali fatte rientrare nel cd “Piano delle certezze” con cui si dava inizio al recupero delle aree ex abusive e si rendevano edificabili vari lotti contestualmente all’avvio delle opere di urbanizzazione primaria, ad oggi ancora incompiute. Come è stato possibile allora far costruire le case per poi inaugurare nel 2006 il Polo AMA che esiste ancora oggi? Vorremo noi capire i perimetri del piano regolatore e i vincoli archeologici ignorati su cui, ad esempio, insiste una parte dell’attuale impianto. Perché non ricordare poi le case popolari di Rocca Cencia, costruite a poche centinaia di metri dal Polo AMA e comprate dal Comune di Roma per l’emergenza abitativa a circa 2700 euro al mq. Il QRE rappresenta 100.000 residenti nel raggio di 4 km dall’impianto e l’unica risposta del Comune al bisogno di riqualificazione del quadrante è un biodigestore che si aggiunge al TMB e ai due impianti privati di Manlio Cerroni e Gino Porcarelli. Io mi scandalizzerei di più sulle promesse di rivalutazione immobiliare pubblicizzate per la realizzazione del biodigestore che di cittadini esausti e preoccupati della propria salute e dei propri quartieri.

* QRE, Quartieri Riuniti in Evoluzione – Roma Est

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