Ci troviamo di fronte all’aziendalizzazione dei saperi, alla distruzione dei nostri istituti e dei nostri spazi di formazione.
Il 13 novembre scendiamo di nuovo in piazza contro la Buona Scuola, contro la repressione nelle nostre scuole e nella nostra città.
La figura di un preside manager che va ad annullare la democrazia tra i corridoi degli istituti è paragonabile a quella di un prefetto sceriffo e di un commissario che governano Roma tramite repressione e misure cautelari.
In questo mese abbiamo ricevuto 5 denunce e sanzioni amministrative per corteo non autorizzato, 5 intimidazioni che non ci spaventano.
Continueremo, sempre più determinati, la lotta al modello che provano a imporci, educandoci ad una vita da sfruttati e precari con l’alternanza scuola-lavoro, spacciata come esperienza formativa ma che palesa esclusivamente il bisogno di una mano d’opera a basso costo.
Ripartiamo dai nostri bisogni quotidiani: ci troviamo a fare lezione in scuole fatiscenti ma digitalizzate, a pagare prezzi insostenibili per i libri di testo e per i trasporti con cui ci dobbiamo muovere.
Non accettiamo di essere sfruttati, di essere esclusi dai nostri luoghi di formazione negli istituti e nelle città.
Pretendiamo un diritto allo studio accesibile a tutt* e una scuola pubblica e solidale.
SCUOLE SPAZI CITTÀ: CI RIPRENDIAMO TUTTO!
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