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Roma. Una denuncia sulle elezioni universitarie alla Sapienza

Nei giorni scorsi alla Sapienza si sono tenute le elezioni universitarie. In tutte le facoltà viene sottoscritto, dai rappresentanti delle liste candidate e dal consiglio di facoltà, un regolamento sulle modalità dello svolgimento della campagna e sul silenzio elettorale, il quale prevedeva che nei giorni delle votazioni fosse assolutamente vietato distribuire “santini” (fogli recanti simbolo della lista e relativi candidati da votare) e altro materiale da campagna elettorale sia fuori che dentro l’università.

Nella facoltà di Economia, il silenzio è stato subito rotto secondo modalità che non possono che essere definite mafiose: I candidati di alcune liste (Fenix – Vento di cambiamento e Sapienza in Movimento), aiutati da esterni, hanno cominciato a distribuire “santini” dapprima nell’atrio e poi all’interno dei seggi, scortando le persone a votare. Alcuni ragazzi del Collettivo di Economia insieme ad altri appartenenti alla lista “Studenti indipendenti – liste di sinistra” (anche se pure questi ultimi si attenevano a questa pratica) notando la scorrettezza hanno prontamente segnalato quanto accadeva agli organi preposti alla vigilanza del silenzio elettorale, che non sono intervenuti né tempestivamente né con quella incisività che ci si poteva attendere e che era possibile mettere in atto. In mancanza di tutele serie e decise da parte del consiglio elettorale, i ragazzi del Collettivo si sono rivolti direttamente agli artefici di questa irregolarità evidente, cercando di allontanare quei personaggi che distribuivano materiale elettorale all’interno dei seggi, subendo aggressioni verbali, mentre alcuni candidati di “Studenti indipendenti – liste di sinistra” venivano aggrediti fisicamente, nella totale indifferenza proprio di chi doveva garantire il silenzio e la sicurezza degli studenti.
Anche in ateneo le scorrettezze e gli atteggiamenti intimidatori non sono mancati, a danno di chi a quelle regole si è attenuto, come si legge in un articolo del Fronte della Gioventù Comunista, “la nostra critica non arriva di certo a sostenere, come previsto dalla legge nazionale che sia vietata qualsiasi attività dei candidati a 200 metri dai seggi, né che alle elezioni universitarie non debba essere consentito un carattere di maggiore elasticità nella propaganda. Non critichiamo il fatto che i candidati siano presenti nelle facoltà, che intercettino e parlino con gli studenti con cui normalmente hanno rapporti durante tutto l’anno. Ben diverso è mobilitare schiere di persone, per lo più pagate da strutture politiche, dipendenti di partiti, sindacati, che stabilmente si presentano ai seggi per condizionare continuamente il voto degli studenti”.
Molti studenti poi, come denunciato sia da FGC che da “studenti indipendenti”, sono stati invitati indirettamente a votare per una lista da un dipartimento della Sapienza che allegava ad una mail ufficiale un video realizzato da Sapienza in Movimento per la campagna elettorale.
Queste irregolarità, ma ancor prima questi atteggiamenti squadristi, mafiosi e fascisti, non possono essere tollerati, né tantomeno può essere tollerata la noncuranza degli organi istituzionali che rappresentano le facoltà e l’ateneo che, facendo occhi e orecchie da mercante, fingono di non vedere cosa è accaduto, di come il processo democratico sia stato irreversibilmente compromesso e evidenziando quella che è la logica istituzionale della Sapienza: appoggiare liste-cuscino come Sapienza in Movimento che essendo collegate con gli stessi organi decisionali della governance non avranno di che discutere sulle decisioni prese in sede amministrativa, anche di quelle scelte che incidono negativamente sugli interessi degli studenti che una lista di rappresentanza teoricamente dovrebbe difendere. Questo a testimoniare la falsità e, giova ripeterlo, la totale antidemocraticità di queste elezioni.    

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