Ieri mattina a Palazzo Valentini si è giocata una partita fondamentale per la gestione dell’acqua e per la democrazia di 112 comuni del Lazio.
Compatti oltre 100 sindaci della Provincia di Roma hanno detto NO all’istanza di fusione tra il gestore idrico della provincia di Roma e quello della Provincia di Frosinone, approvando un documento ufficiale in cui annunciano battaglia legale contro Acea, nel caso l’azienda non tenesse conto del dissenso espresso.
Il paradosso della partecipatissima assemblea dei sindaci di questa mattina è stata infatti l’assenza del Comune di Roma, un’assenza arrogante e colpevole, come affermato da più interventi, perché punta a rendere nullo il voto degli altri 100 comuni, configurandosi, di fatto, come un assenso ad Acea.
È emerso chiaramente come l’assenza del Sub-Commissario Spadoni, addetto alle partecipate e al patrimonio pubblico di Roma, sia stata il frutto di una precisa scelta politica da parte del governo commissariale: le fusioni e le privatizzazioni piacciono al Governo Renzi, piacciono ai vertici di Acea… piacciono anche a Spadoni, come più volte da lui stesso affermato, quindi l’espressione democratica e contraria di 111 sindaci è un fastidio, un ostacolo da aggirare, magari con un accordo sottobanco con il Presidente di Acea Ato2 Saccani, lui sì oggi presente.
Ma quello di oggi certo non si può certo definire “silenzio-assenso” alla fusione, secondo la formula che Acea Ato2 vorrebbe far valere, fingendo che la votazione di oggi non sia mai esistita. Una votazione che, se Roma fosse stata presente, avrebbe finalmente messo un freno anche alla pratica dei distacchi idrici, inserendo nel nuovo regolamento l’obbligo dei flusso idrico vitale anche nei casi di morosità. Forse a Spadoni piacciono anche i distacchi idrici…
Sullo stesso punto si pronunceranno domani a Frosinone i sindaci dell’Ato5, dopo il no della consulta d’ambito.
Si apre una nuova fase di scontro sull’acqua nel Lazio, in cui i sindaci e le comunità locali dovranno essere protagonisti, per non farsi schiacciare da logiche aziendali che nulla hanno a che fare con l’interesse dei cittadini, come questa vicenda dimostra.
Uno scontro che non può lasciare fuori la giunta regionale e l’Assessore Refrigeri: è sempre più chiaro che il suo immobilsmo sulla Legge 5/2014 fa il paio con il silenzio del Sub-commissario Spadoni: un regalo ad Acea!
È invece il momento di uscire allo scoperto, e scegliere se stare con l’acqua pubblica, o con Acea!
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