“Nel loro movimento le masse d’aria vanno gradualmente depauperandosi del contenuto iniziale di radioattivita’, per cui si ritiene che, giunte in Europa, avranno una concentrazione di radioattivita’ estremamente bassa, da ritenersi non rilevanti dal punto di vista radiologico”.Lo afferma in un comunicato l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale (Ispra) a proposito della cosiddetta ‘nube radioattiva’ causata dall’incidente alla centrale nucleare di Fukushima in Giappone.
L’Ispra sta inoltre monitorando quotidianamente il particolato atmosferico con particolare attenzione alla presenza di Cesio 137 e Iodio 131 senza che ”fino a oggi” si siano rilevate ”anomalie” rispetto a prima dell’incidente di Fukushima. ”La dispersione di rilasci di radioattivita’ dalla centrale giapponese – spiega l’Ispra – sin dall’inizio dell’evento, ha risentito delle traiettorie dei venti” che ”su larga scala” hanno riguardato ”prevalentemente l’area orientale e nord orientale, verso l’Oceano Pacifico e gli Stati Uniti”.
L’Istituto per la protezione ambientale riferisce di aver chiesto alla rete delle agenzie regionali di ”intensificare le misure di particolato atmosferico” per ”monitorare” una ”eventuale presenza anomala di radioattivita”’, con particolare riguardo alla misurazione giornaliera degli ”isotopi Cesio 137 e Iodio 131”. Ha chiesto inoltre misurazioni settimanali per la ”deposizione al suolo”. I risultati giornalieri ”non hanno evidenziato sino ad oggi anomalie rispetto a quanto rilevato precedentemente all’incidente”.I ricercatori e gli scienziati dell’Ispra lo scorso anno si erano dovuti accampare per giorni sul tetto del loro edificio per resistere ai licenziamenti previsti dal governo nel settore della ricerca. Se avessimo dato retta a Tremonti adesso staremmo con le gabbie e gli uccellini a verificare eventuali anomalie nell’aria che respiriamo.
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