All’Asinara,in una delle cinque aree già individuate, la base del radar (una colata di cemento armato di 20 m x 6) è già stata costruita a Punta Scomunica, uno dei punti più belli dell’isola con una vista mozzafiato e un isola che è stata dichiarata Parco Nazionale. A Sant’Antioco, il radar dovrebbe sorgere a Capo Sperone, nei pressi di una vecchia stazione di controllo della Regia marina, chiamata Su Semafuru, da poco restituita dai militari alla Regione che ora se la sono subito ripresa. Anche qui l’intera zona è protetta da vincoli paesaggistici e faunistici ma sono state concesse autorizzazioni di qualunque tipo. A questo si aggiunge un fatto ancora più grave: i radar sono estremamente inquinanti e pericolosi per la salute e per l’ecosistema e l’inquinamento elettromagnetico che causano, a seconda dell’esposizione, potrebbe essere mortale. Ma di tutto questo nessuno è stato informato, sebbene a poche centinaia di metri da Su Semafuru ci siano abitazioni private e addirittura alcune strutture turistiche. Le altre tre installazioni dovrebbero essere realizzate nei comuni di Sassari, Tresnuraghes e Arbus e, in quest’ultimo caso, si parla di costruire il radar sul promontorio di Capo Pecora…In uno dei territori già più militarizzati d’Europa, in cui l’inquinamento delle esercitazioni militari è causa, da anni, di centinaia e centinaia di morti, lo Stato vuole ulteriormente aggravare questa situazione con l’installazione di cinque radar. Gli attivisti sardi stanno cominciando a darsi da fare per bloccare questo processo di ulteriore militarizzazione e nocività ambientale sui territori.
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