“Ho sentito il sindacato di polizia che sostiene che i manifestanti hanno intenzione di uccidere. Io temo che sia proprio cosi’”. Cosi’ il ministro dell’Interno Roberto Maroni, ha commentato gli scontri di stanotte in valle di Susa tra gli oppositori alla Tav e la polizia. Una dichiarazione impropria ma destinata ad aggravare pesantemente la tensione nella valle e i già deteriorati rapporti tra la gente e la polizia. Centinaia di manifestanti No Tav hanno dato vita nella notte tra venerdì e sabato a massicce azioni di disturbo e sabotaggio tagliando le recinzioni dei cantieri per l’Alta velocità e bloccando, per alcune ore, l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia. La polizia ha usato nuovamente lanci massicci di lacrimogeni ed anche gli idranti. E due manifestanti sono stati fermati. Si tratta di due donne, Nina e Marianna, una di 20 anni di Torino, l’altra di 38 della val di Susa. Alcuni manifestanti, hanno tentato di tagliare le reti di recinzione del cantiere dell’Alta velocità trasformato di fatto in un fortino della polizia, e sono ricorsi a pietre e oggetti contro le cariche delle forze dell’ordine che presidiano l’area. Gli attivisti No Tav affermano che “appena arrivati alla baita della Clarea uno spezzone nutrito si è diretto verso le reti degli ultimi territori recintati. Al primo slogan (senza che fosse volata una sola pietra) siamo stati fatti oggetto di una raffica di lacrimogeni che ha impestato il sottobosco per ore, immergendolo in una fitta nube tossica biancastra. Le restanti ore i notav più attrezzati hanno porato a compimento lo smanetellamento diu decine di metri di reti. Questo si poteva fare, questo il movimento ha fatto!”. Gli scontri sono proseguiti fino a tarda notte.
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