8.50 – Sono cominciati questa mattina a Chiomonte (Torino) i lavori per “l’ampliamento del cantiere per il tunnel geognostico della Tav Torino-Lione” (così lo definiscono media e autorità). Maestranze della LTF, la società che realizza l’infrastruttura, “assistite” da un numero spropositato di agenti di Polizia e Carabinieri, stanno installando le reti di recinzione dell’area. In realtà nessun lavoro ulteriore verrà realizzato, così come già è accaduto a Chiomonte, ma si tratta di un modo per sloggiare gli attivisti No Tav e impossessarsi di un territorio strategico al fine di realizzare i lavori. Le recinzioni stanno interessando anche dei terreni privati.
L’area per la quale è in corso la recinzione – afferma la Questura di Torino – è quella individuata come «d’interesse strategica nazionale» in base alle indicazioni del Cipe (Comitato Interministeriale per la programmazione economica) e comprende anche la baita della Clarea, luogo simbolo della protesta dei No Tav che si oppongono alla realizzazione della linea ad alta velocità tra Torino e Lione. Proprio la baita, ieri sera, al termine di una riunione del coordinamento del Movimento No Tav, è stata raggiunta da una decina di attivisti che sono rimasti in zona per tutta la notte ed ora stanno provando a fare resistenza passiva. Ma la struttura è stata sgomberata e gli attivisti che erano all’interno sono stati identificati.
Luca Abbà, un attivista che era salito su un traliccio per tentare di ritardare l’intervento degli operai in attesa che altri militanti arrivino da tutta la valle è caduto a terra da un’altezza di più di 10 metri. Secondo i suoi compagni le sue condizioni sono gravi, e i soccorsi tardano ad arrivare nonostante delle ambulanze siano in zona.
Numerose vie d’accesso alla Val Clarea sono state interrotte dalle forze di Polizia che hanno istituito posti di blocco ovunque, allo scopo di bloccare o rallentare il più possibile l’arrivo a Giaglione dei No Tav. Già durante la notte diverse camionette della Polizia avevano raggiunto la valle e bloccato alcuni accessi. E’ ora in corso un tam tam attraverso Radio Black Out e il web affinché il numero maggiore di persone tenti di raggiungere la baita attraverso i sentieri, visto che le strade sono bloccate da Polizia e Carabinieri che non fanno passare nessuno e identificano gli attivisti. Il prefetto ha vietato l’accesso alla zona sia dal lato di Chiomonte, da via dell’Avanà, sia dal lato di Giaglione, quella da cui si accede alla baita, dove comunque si stanno radunando già alcuni No Tav.
Il movimento contro l’alta velocità era già in allarme dai giorni scorsi per l’inizio dei lavori in Val Clarea. Scriveva il sito Notav.info ieri:
“Ci sono molte combinazioni e informazioni che ci portano a dire che da ora alle prossime 24/48 ore possa avvenire il tentativo di allargamento del non cantiere in Val Clarea. A questo si aggiungono movimenti di mezzi delle forze dell’ordine e prenotazione in alcuni hotel come avvenne per il 27 giugno scorso, giorno dello sgombero della Maddalena. L’allargamento era in previsione, lo sappiamo, e le parole del capo della Polizia Manganelli in audizione alla Camera lo avevano ribadito con forza, alimentando di fatto la tensione e la preoccupazione sugli eventi.
Era la tempistica ad essere vaga ma è bastato trovarsi in difficoltà con una delle più imponenti manifestazioni della Valle di Susa per decidere di agire. La controparte tutta, non ha più risposte o scuse da accampare a favore della Torino Lione, sopratutto ora, quando il consenso nei nostri confronti è vastissimo.
Abbiamo manifestato in oltre 70.000 per dire basta a questa truffa mascherata da cantiere, lo abbiamo fatto con convinzione, sapendo di fare il bene del Paese, che di tutto ha bisogno, fuorchè l’ennesimo sperpero di denaro pubblico.
Invece nulla, dall’altra parte del fortino c’è solo cemento e filo spinato, ed ora tentano l’allargamento dell’area nonostante violazioni palesi della legalità e delle prassi ufficiali.
Non ci faremo portar via ancora metri del nostro territorio senza tentare di difenderlo in maniera pacifica e determinata, e per questo chiediamo a tutti di partecipare alle iniziative che abbiamo organizzato, chiedendo di venire in Clarea e agli appuntamenti collegati decisi in assemblea a VILLAR FOCCHIARDO oggi domenica 26/2. (…)”
Aggiornamenti:
9.45 – Secondo le autorità i lavori di recinzione dei terreni intorno alla baita Clarea sarebbero stati già conclusi ma gli attivisti presenti sul posto raccontano che le ruspe sono ancora all’opera. Alcune delle strade e delle autostrade di accesso alla Val Clarea da nord e da sud sono state riaperte anche se nei punti di accesso al territorio rimangono posti di blocco e presidi di Carabinieri e Polizia che fanno da filtro.
Notizie inquietanti arrivano intanto a proposito di Luca Abbà, l’attivista di 37 anni che intorno alle 8.30 si era arrampicato su un traliccio dell’alta tensione di fronte alla baita Clarea e che è rimasto folgorato cadendo a terra da un’altezza di più di 10 metri. Secondo quanto hanno raccontato lo stesso Abbà ed altri attivisti ai microfoni di Radio Blackout la caduta sarebbe stata provocata dal tentativo da parte di un rocciatore dei Carabinieri di tirare giù il ragazzo dal traliccio. Nel tentativo di sfuggire al rocciatore Abbà sarebbe venuto a contatto con i cavi dell’alta tensione rimanendo folgorato e cadendo a terra sui sassi.
Dopo più di un’ora di attesa (nonostante le sue gravissime condizioni) Abbà solo ora viene trasportato da un eliambulanza al Cto di Torino. Secondo i medici sarebbe cosciente ma in condizioni gravi: varie fratture e ustioni sul corpo.
Gli attivisti che erano presenti nella baita Clarea questa mattina quando c’è stato l’assalto sono guardati a vista da un alto numero di poliziotti e carabinieri, in attesa degli avvocati, intenzionati a non abbandonare il terreno.
10.20 – Secondo gli avvocati che compongono il ‘Legal team’ del movimento No Tav, l’occupazione dei terreni del cantiere di Chiomonte a fini di esproprio costituisce «una vera e propria emergenza democratica». “Ltf si è presentata nuovamente soltanto con un’ordinanza prefettizia in palese violazione dell’articolo 2 del Testo unico di Pubblica sicurezza, che prescrive quella procedura soltanto in casi di estrema urgenza, che qui non vi sono” affermano gli avvocati.
Dal CTO di Torino continuano a giungere notizie molto gravi su Luca Abbà, uno dei militanti No Tav più noti e proprietario tra l’altro di alcuni dei terreni attorno alla baita Clarea sequestrati e occupati questa mattina. L’attivista 37enne è in gravissime condizioni.
10.30 – Una improvvisata assemblea dei No Tav ha deciso poco fa di darsi appuntamento alle 11.30 alla rotonda di Vermont a Bussoleno. Confermato anche l’appuntamento per oggi pomeriggio alle 18 a Bussoleno anche se l’agenda del movimento no Tav potrebbe essere modificata durante la giornata sulla base di quello che succederà. Alberto Perino ha detto a Radio Blackout: “Luca è gravissimo, un attacco premeditato. Ora bisogna resistere!”. Iniziative di sostegno ai No Tav sono già in preparazione in tutta Italia già per la giornata di oggi.
11.00 – Dal Cto di Torino arriva la conferma che Luca Abbà è molto grave ed è attualmente in sala operatoria. Una sorta di referto medico ufficioso afferma che Luca “E’ stato colpito da elettricità a media tensione, muove le gambe, è cosciente e orientato, sospetta lesione interna con versamento, vasta emorragia interna, probabili fratture sterno e costole, ustioni di secondo grado”.
Secondo gli attivisti ancora presenti nei terreni occupati stamattina alle 8 da Polizia e Carabinieri e attualmente interrogati su quanto è avvenuto a Luca Abbà, le ruspe avrebbero cominciato alcuni minuti fa a demolire la baita.
Nicoletta Dosio, esponente di Rifondazione Comunista e una delle portavoce del movimento No Tav, ha raccontato all’emittente di Torino Radio Blackout che pur essendo in compagnia di un medico e di un consigliere comunale del comune di Giaglione non è stata lasciata passare dai militari che sorvegliavano un posto di blocco. Inoltre ha fatto notare la Dosio: “Loro dicono che a Chiomonte e ora a Clarea hanno costruito dei cantieri, anche se noi sappiamo che si tratta solo di fortini pieni di poliziotti e militari. Ammettendo che si tratti di cantieri, quando in un cantiere succede un incidente grave come quello che è accaduto a Luca Abbà i lavori e ogni attività viene immediatamente sospesa in attesa di un’inchiesta della magistratura. Invece a Clarea i lavori stanno andando avanti come se niente fosse, a dimostrazione che chi vuole la Tav le leggi le fa e le disfà a piacimento. Oggi hanno cercato il morto”.
12.00 – Dal Cto di Torino arrivano notizie incoraggianti sulle condizioni di Luca Abbà che secondo i medici sarebbe ora fuori pericolo anche se in condizioni definite ancora gravi soprattutto a causa dell’emorragia interna. Testimoni segnalano che incredibilmente c’è una forte presenza di agenti della Polizia e della Digos davanti agli ingressi dell’ospedale e nei reparti.
Dalla Val Clarea invece gli attivisti ancora presenti hanno smentito che sia iniziata la demolizione della baita come invece detto in precedenza da alcune fonti. Pare anzi che alcuni attivisti si siano rinchiusi all’interno della baita per evitarne la demolizione e per ritardare i lavori degli operai della LTF. La Questura ha detto ai giornalisti di non aver nessuna intenzione di far demolire la baita. Ma non c’è da fidarsi…
12.15 – «Il gravissimo incidente è frutto di una decisione inaccettabile e sbagliata: l’occupazione militare della valle. Bisogna fermare questa occupazione che è una vergogna per qualsiasi Paese democratico». Lo afferma Giorgio Cremaschi, presidente del comitato centrale della Fiom, che poi esprime «speranza per la salute di Luca, solidarietà totale al popolo della Valle di Susa e appoggio pieno a tutte le mobilitazioni che si stanno organizzando, compreso lo sciopero generale della valle». Che però la Cgil non ha indetto…
12.40 – Luca Abbà è stato messo in coma farmacologico indotto dai medici che lo stanno operando. Abbà – ha riferito Berardino, direttore del Dea del Cto – presenta un trauma da precipitazione e un trauma cranico, un focolaio contusivo occipitale, ovvero un livido nel cervello. La sua situazione è grave ma – spiegano i medici – non è ancora chiaramente delineabile in quanto i danni provocati dalla scarica elettrica, probabilmente entrata nel braccio destro e uscita dalla gamba destra, si conosceranno solo nelle prossime ore. Sono state anche diagnosticate lesioni al torace, un pneumotorace al polmone sinistro, una frattura dorsale composta e una contusione renale.
13.00 – C’è tensione e rabbia tra i No Tav che si sono radunati davanti all’entrata del Cto di Torino dove è ricoverato Luca Abbà. Alcuni di loro hanno allontanato in maniera molto brusca alcuni i giornalisti accusandoli di essere corresponsabili di quello che sta accadendo in Val di Susa. Sul posto si sono recati anche due esponenti del Movimento 5 Stelle, il consigliere regionale Fabrizio Biolè e la consigliera di Circoscrizione 1 di Torino, Viviana Ferrero. «Conosco molto bene Luca – ha detto Biolè – è un ragazzo molto determinato, non violento, convinto di voler fare tutto il possibile per difendere il suo territorio, una cosa che dovrebbero fare tutti gli italiani. Speriamo che le sue condizioni migliorino». «Questa è una situazione limite – ha aggiunto Biolè – ma al di là del fatto singolo, dobbiamo rilevare che in Val di Susa si sta raggiungendo una situazione molto delicata per la valle ma per l’Italia intera. Nonostante i ricorsi vari, il team di eccellenti avvocati che sta lavorando per il movimento, e tante manifestazioni pacifiche come quella di sabato dei 70 mila, si procede solo con disposizioni prefettizie. Noi – ha concluso – vorremmo solo che venisse rispettata la legalità; questo secondo sgombro in atto è illegale e inopportuno, se non c’è un progetto definito, non ci può essere un cantiere»
- © Riproduzione possibile DIETRO ESPLICITO CONSENSO della REDAZIONE di CONTROPIANO
Ultima modifica: stampa