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I No Tav proseguono i blocchi. “La Valsusa è occupata”

La diretta di oggi martedì 28 febbraio

La giornata di lotta in Val di Susa è durata ben oltre il calar della notte. La rabbia e la tristezza generati dall’atto di forza di ieri mattina – lo sgombero della baita Clarea e l’occupazione e la recinzione dei terreni circostanti – hanno tenuto svegli centinaia di attivisti che hanno continuato a bloccare strade e autostrade mentre nel resto del paese si erano già concluse decine di manifestazioni di solidarietà sfociate spesso in occupazioni delle stazioni ferroviarie.  L’obiettivo che si erano prefissati i manifestanti durante l’assemblea popolare che si era tenuta ieri nel tardo pomeriggio a Bussoleno era di rallentare e ritardare i cambi turno delle forze di occupazione arrivate in valle a mostrare il volto duro dello Stato.

Ed è stato proprio mentre gli attivisti assediavano poliziotti e carabinieri impegnati nel cambio turno che la tensione è salita di nuovo. Impossibilitati a passare, i militari hanno utilizzato lacrimogeni e idranti contro i manifestanti per rimuovere il blocco che i No Tav avevano realizzato ieri sera tardi sull’autostrada A32 Torino-Bardonecchia all’altezza della barriera di Salbertrand. Gli agenti affermano di aver rimosso dall’autostrada una certa quantità di chiodi a tre punte sparsi evidentemente dai manifestanti per scoraggiare eventuali violazioni del blocco. Allo stesso scopo vengono utilizzate anche delle barricate incendiate. Ora l’autostrada è percorribile ed è presidiata dalle forze di occupazione, mentre permangono alcuni blocchi sulle statali 24 e 25, nella parte basse della Val di Susa. Stamattina l’autostrada A32 Torino-Bardonecchia era chiusa nel tratto tra Avigliana e Chianocco, dove la carreggiata è occupata da alcune decine di attivisti.

È tuttora in corso anche il presidio del movimento No Tav davanti all’ospedale Cto di Torino, dove è ricoverato Luca Abbà, l’attivista (proprietario di alcuni dei terreni occupati ieri mattina dalla società LTF) rimasto ustionato e gravemente ferito ieri dopo essere stato colpito da una scarica elettrica che lo ha fatto cadere da un traliccio dell’alta tensione. Anche se molti quotidiani e tv ieri e anche stamattina parlano di ‘gesto estremo’ e ‘inconsulto’ da parte del ragazzo, da un video diffuso ieri pomeriggio appare molto chiaro che Abbà abbia risalito il traliccio sul quale si era arrampicato, avvicinandosi troppo ai cavi dell’alta tensione, per sfuggire ad un rocciatore dei Carabinieri che irresponsabilmente si stava arrampicando per tirarlo giù.

Per stamattina alle 12 è atteso un nuovo bollettino medico sulle condizioni di Abbà, che però secondo i medici risponde positivamente alle cure, anche se è ancora in condizioni gravissime. Per i medici del reparto di rianimazione, dove Abbà è sedato e intubato la prognosi resta per ora riservata.

“Ieri siamo andati immediatamente al Cto di Torino per conoscere direttamente le condizioni di Luca che al momento apparivano gravissime, disperate – ci raccconta al telefono Rosanna Fragomeni, dell’esecutivo regionale dell’Unione Sindacale di Base. – Incredibilmente il Cto era letteralmente occupato dalla Digos e dalla Polizia, che filtra tutti coloro chiedono di entrare per parlare con i medici e per interessarsi alle condizioni di Luca, parenti e amici compresi. Sono gli stessi funzionari di Polizia che gestiscono i bollettini medici, tentando di sminuire per quanto possibile la gravità delle condizioni in cui versa Abbà. Ieri poi alle 18 siamo andati a Bussoleno e abbiamo partecipato all’assemblea popolare e ai blocchi di strade e autostrade. Oggi per le 18 sempre a Bussoleno è indetta un altro momento di discussione per decidere quali altre iniziative intraprendere. La valle è di nuovo letteralmente occupata da centinaia di poliziotti e militari che hanno costituito dei checkpoint anche a molti chilometri di distanza dai blocchi o dai cosiddetti cantieri. Gli abitanti del luogo e a maggior ragione chi viene da fuori viene fermato e spesso identificato”
Ieri i sindacati di base e la Fiom avevano convocato scioperi spontanei in alcune fabbriche per permettere ai lavoratori di partecipare alle assemblee e ai blocchi in valle, e anche oggi l’Usb e la Cub hanno indetto uno sciopero nel settore privato nella provincia di Torino per facilitare la partecipazione alle mobilitazioni. 

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