Il gip del tribunale di Taranto Patrizia Todisco ha revocato per “palese conflitto di interessi” la nomina del presidente dell’Ilva, Bruno Ferrante, a custode e amministratore degli impianti dell’area a caldo sequestrati perché inquinano. Al posto di Ferrante è stato nominato il presidente dell’ordine dei commercialisti, Mario Tagarelli.
Immediata e pesantissima la reazione del governo contro il magistrato. Il ministro della giustizia Paola Severino chiederà l’acquisizione dei due provvedimenti con i quali il gip di Taranto Patrizia Todisco ha confermato il sequestro degli impianti dell’Ilva di Taranto e ha revocato la nomina di Bruno Ferrante dall’incarico di curatore dello stabilimento. Lo si apprende da fonti del ministero. Il premier Monti, ha chiesto ai ministri competenti di recarsi a Taranto il 17 agosto e di riferire sulla situazione.
“La nuova disposizione del gip di Taranto è in aperto contrasto con ciò che il Ministero dell’Ambiente ha avviato e non tiene conto del lavoro svolto e del ruolo del ministro” ha detto il ministro dell’Ambiente Corrado Clini. In settimana sarà a Taranto con il ministro dello Sviluppo Corrado Passera. “Evitiamo conflitti di ruolo”, ha aggiunto. Ma i dati sull’avvelenamento della popolazione da parte delle emissioni dell’Ilva sono pesantissimi. E’ maggiore del 15% l’incidenza dei tumori nell’area del sito dell’Ilva di Taranto, con un picco del 30% in più per quelli al polmone: i dati saranno presentati al ministero della Salute a metà settembre prossimo. Il ministro Renato Balduzzi riceverà nei prossimi giorni nuovi dati sul rischio dal Centro per il controllo delle malattie.
“E’ indispensabile che il governo con tutti gli strumenti formali e informali che ha, faccia chiarezza sulla situazione dell’Ilva di Taranto”, dice il segretario del Pd Luigi Bersani. “Bisogna essere consapevoli che la confusione attorno al più grande stabilimento siderurgico d’Europa farà presto il giro del mondo”. Mentre per il segretario del Pdl Alfano “la politica industriale la fa il Governo, non la magistratura e, con tutto il rispetto, non può essere un atto giudiziario a dire la parola definitiva sull’industria dell’acciaio in Italia. Vogliamo o no attrarre investitori anche internazionali? Se l’obiettivo è quello di spaventarli, ci stiamo riuscendo”.
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