Martedi della prossima settimana il consiglio comunale di Napoli discuterà lo statuto di Bagnolifutura. Si tratta di una grossa operazione urbanistica e finanziaria sull’area dell’ex Italsider che sta incontrando forti opposizioni da parte dei movimenti sociali del territorio. Bagnolifutura Omnibus infatti si configura a tutti gli effetti come una “società di diritto privato”, il che delinea una evidente privatizzazione della progettazione, trasformazione e gestione del territorio metropolitano.
I Vas (Verdi Ambiente e Società) si dicono però “estremamente preoccupati per il futuro della area dismessa di Bagnoli e della intera Città ed esprimono il loro totale dissenso nei confronti della Delibera di Giunta sulla cosiddetta Bagnolifutura Omnibus” e tirano direttamente per la giacca il sindaco De Magistris su questa operazione “I Vas chiedono perciò al Sindaco, in coerenza con il Suo programma elettorale, da essi condiviso e sostenuto, di ritirare la delibera “Bagnolifutura Omnibus” e di attivare una grande e partecipata riflessione della Città sul futuro di Bagnoli e sugli strumenti operativi per attuarlo, partendo naturalmente dal suo Ufficio Comunale di Piano”.
Ancora più dura è “l’Assiste cittadina per Bagnoli”, una coalizione di forze sociali della zona Flegrea. “E’ assurdo rilanciare uno strumento operativo sul cui dubbio operato decennale non è stato effettuato alcun serio bilancio pubblico, permettendogli di incorporare patrimonialmente importanti infrastrutture urbane per proseguire un rischioso processo di indebitamento” affermano i portavoce dell’Assise, Aldo Velo e Massimo Di Dato; “Mentre l’Ufficio comunale di Piano viene depotenziato, si crea una società di diritto privato che può operare per progettare, trasformare e gestire interi pezzi del territorio cittadino, agendo secondo logiche privatistiche, senza efficaci controlli pubblici”. L’Assise chiede chiarezza sui bilanci della Bagnoli Futura, sulle procedure seguite per la bonifica, sulle trattative intercorse con i proprietari dei suoli oggetto di intervento. “Bagnoli si rilancia a partire dalla trasparenza o affoga nell’ennesimo bluff”.
Sembra davvero lontano il tempo in cui Luigi De Magistris caratterizzava la sua campagna elettorale con duri attacchi a quella che veniva bollata come “una pagina vergognosa di commistione tra politica e crimine attorno al denaro pubblico”, promettendo lo scioglimento. della Bagnoli Futura. Oggi, a poco più di un anno dalla sua elezione, quell’impegno non è stato mantenuto; viceversa, dopo aver posto a capo della Bagnoli Futura un nuovo presidente che nelle sue prime dichiarazioni si affrettava a magnificare i pregi di una società troppe volte bistrattata, il Sindaco ne rilancia fortemente il ruolo. Ricordiamo che da anni grava sull’operato di Bagnoli Futura un’indagine della Procura di Napoli che mette in discussione l’efficacia della bonifica finora realizzata; occorrerebbe chiedersi pubblicamente perché tale indagine non sia finora giunta ad una verità giudiziaria né abbia fornito argomenti di merito al dibattito politico cittadino. Invece, ponendosi nel solco delle passate amministrazioni comunali, la giunta De Magistris affronta la crisi della riqualificazione di Bagnoli rinunciando ad operare un serio bilancio pubblico dell’operazione e promettendo una discontinuità operativa puramente verbale: la ripatrimonializzazione “al buio” della Bagnoli Futura con le opere di urbanizzazione secondaria finora realizzate nell’ambito di Bagnoli (e, potenzialmente, con altre insistenti sull’intero territorio cittadino) consentirà infatti alla società di proseguire un pericoloso gioco di indebitamento che rischia di incorporare e compromettere progressivamente sempre nuove risorse pubbliche.
La questione non riguarda solo Bagnoli ma l’intera politica urbanistica comunale, già segnata dai discutibili provvedimenti presi per i Grandi Eventi e l’improvvisata pedonalizzazione di via Caracciolo, lo Stadio, l’accordo con la Romeo Immobiliare, etc. Mentre l’Ufficio comunale di Piano viene depotenziato, si crea una società di diritto privato che può operare per progettare, trasformare e gestire interi pezzi del territorio cittadino, agendo secondo logiche privatistiche, senza efficaci controlli pubblici. Si affidano a questa società beni pubblici indisponibili, con lo scopo di incorporarli nel suo patrimonio ed utilizzarli come garanzia per ottenere ulteriori prestiti bancari o la ricontrattazione di quelli esistenti. Pratiche spregiudicate, rispetto alle quali è lecito interrogarsi per i rischi che pongono all’utilizzo sociale delle risorse pubbliche. Se consideriamo la possibilità che investitori privati acquistino quote del capitale sociale della Società di Trasformazione Urbana, divenendo di fatto proprietari e gestori di rilevanti infrastrutture urbane, vediamo profilarsi uno scenario di gestione affaristica della città coerente con le proposte del progetto Insula di Romeo. “Occorre evitare decisioni azzardate che rischiano di riprodurre su più ampia scala le logiche speculative e gli errori del passato” denunciano le associazioni del territorio e i movimenti sociali che si oppongono all’operazione Bagnolifutura.
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Al momento chi si oppone nei fatti ai piani di privatizzazione e saccheggio dei nostri territori p solo criminalizzata e repressa…ne sono a dimostrazione le tante denunce subite in questi mesi…