È stato firmato durante la notte l’accordo sulla cassa integrazione per i lavoratori del gruppo Sigma Tau. Secondo la Cisl. «La vertenza – afferma Pino Mandato, della Femca-Cisl di Roma – è iniziata a novembre con la dichiarazione da parte dell’azienda di 569 lavoratori in esubero si è conclusa con la firma di una ipotesi di accordo che sarà sottoposta oggi all’approvazione dell’assemblea dei lavoratori» . Secondo quanto riferisce il sindacato, i punti salienti su cui i lavoratori saranno chiamati ad esprimersi riguardano: l’introduzione di meccanismi di rotazione all’interno della Cassa integrazione guadagni straordinaria (Cigs), l’impegno da parte dell’azienda ad assumere personale in Cigs in altre aziende del gruppo qualora dovessero emergere esigenze di questo tipo; l’integrazione economica alla Cigs da parte dell’azienda di 350 euro oltre al pagamento di 21 euro al fondo di assistenza sanitaria Faschim. I lavoratori, inoltre, dovranno valutare anche «le garanzie per coloro che sono coinvolti nei processi di esternalizzazioni ed appalti; la revoca da parte dell’azienda della disdetta degli accordi sottoscritti dalla Rsu e un impegno dell’azienda a discutere del piano industriale entro ottobre”. La direzione e la proprietà della Sigma Tau è stata probabilmente costretta a più miti consigli dal verminaio venuto fuori sul piano dell’evasione fiscale e delle scatole cinesi sulle quali l’azienda ha costruito artificiosamente lo stato di crisi. Infatti secondo gli ispettori dell’Agenzia delle Entrate, l’azienda farmaceutica avrebbe spostato i profitti nelle casse di una consociata nel paradiso fiscale di Madeira (Portogallo). La procedura sospetta si chiama “Transfer Pricing” e consiste in un trasferimento illecito di valore da una società del gruppo a una consorella estera che pagherà le tasse al posto della prima. Ma se la consorella estera è collocata in un paradiso fiscale il guadagno è notevole. Sigma Tau è il secondo operatore farmaceutico in Italia e ha consociate in Francia, Svizzera, Olanda, Portogallo, Spagna, Germania, Regno Unito, India, Stati Uniti e Sudan. Insomma è un colosso che oltre a produrre direttamente i farmaci li commercializza in Italia e all’estero. Ma è proprio sugli affari realizzati con le consociate che si sono concentrati i riflettori degli ispettori fiscali. La consociata portoghese, Defiante, ha infatti sede nell’isola di Madeira, territorio portoghese anche se situato 900 chilometri più a sud nell’Oceano Atlantico, noto paradiso fiscale. Si tratta di una società che si occupa prevalentemente di acquistare licenze e brevetti per poi rivenderli.
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