Il bilancio delle vittime per il maltempo in Toscana è già salito a 5 morti: oltre ai tre operai dell’Enel recuperati questamattina, ieri è stato ritrovato a Capalbio il corpo di un anziano di 73 anni finito in un canale con la propria auto e poi trascinato via da un torrente esondato; nella notte tra sabato e domenica, a Marina di Massa, un altro anziano di 79 anni, cardiopatico, è morto colpito da infarto mentre controllava se la cantina della sua abitazione fosse allagata.
In Toscana è dovuto intervenire l’esercito per sostenere la popolazione colpita dai nubifragi e dalle frane. E intanto per oggi è prevista l’ondata di piena del Tevere che a Roma raggiungerà il suo livello massimo all’ora di pranzo. Rimane ancora chiusa l’autostrada A1 a seguito dell’allagamento della sede autostradale tra gli svincoli di Valdichiana e Fabro in direzione Roma e, in direzione Firenze, da Orte fino a Chiusi. Si prevedono tempi lunghi per la riapertura del tratto per la quale bisognerà attendere il ritiro della piena e la successiva bonifica del piano viabile. Sono stati circa 2mila gli interventi di soccorso effettuati dal contingente di 865 Vigili del Fuoco impegnato per l’ondata di maltempo. Le maggiori criticità sono state riscontrate nei territori delle provincie di Grosseto, Viterbo, Perugia e Terni. “Di nuovo l’Italia affonda nel fango, con morti e danni ingentissimi su territori devastati dalla speculazione edilizia e dall’abusivismo, e condonati dalla miopia politica dei governi”, è l’amara constatazione di Antonio Jiritano, dell’USB P.I. Vigili del Fuoco.
“A tutto questo si potrebbe cominciare a mettere fine, demandando al Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco i compiti di monitoraggio e messa in sicurezza dei territori – osserva Jiritano – infatti noi abbiamo il più grande raggruppamento di ingegneri, che dispone di tutte le competenze necessarie per svolgere questo compito cruciale”. “Invece – denuncia il rappresentante USB – stiamo assistendo alla cancellazione di questa eccellenza, che era la prevenzione e previsione dei rischi, per ridurci al drammatico compito di ‘deportare’ i cittadini dai luoghi colpiti. Lo stiamo registrando in tutte le recenti calamità: a L’Aquila, in Emilia, a Mormanno, la gente viene allocata fuori dai centri colpiti e lasciata per mesi in attesa delle lungaggini del governo di turno. Ed oggi tocca alla Toscana, all’orvietano, all’alto Lazio”. “Quanto sta succedendo – sottolinea Jiritano – è la naturale conseguenza di un Governo che invece di riformare il sistema di protezione civile incentrandolo sui bisogni della popolazione, con i Vigili del Fuoco come struttura centrale, si è preoccupato solo di dare mandato ai presidenti delle Regioni di aumentare le tasse e le accise, nonché di invitare la gente a sottoscrivere le assicurazioni per le emergenze”. “Noi operatori del soccorso proviamo un’indignazione insopportabile. Oggi siamo impegnati nel recuperare i morti ed i dispersi – conclude Jiritano – ma nei prossimi giorni continueremo la nostra battaglia di civiltà e cultura della prevenzione e chiederemo di reperire i fondi necessari abbandonando le inutili spese militari e le altrettanto inutili grandi opere come la TAV”.
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