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Parma in piazza contro l’inceneritore, contestato Pizzarotti


Manifestavano contro l’inceneritore di Ugozzolo proprio in Piazza Garibaldi, sotto il Comune conquistato pochi mesi fa dal Movimento 5 Stelle. E quando il sindaco Federico Pizzarotti é andato a parlare con loro contro il primo cittadino sono partiti cori a base di ‘Buffone, buffone’ e ‘Vai via’. I cittadini che si battono da tempo contro l’inceneritore di Parma hanno il dente avvelenato e proprio non mandano giù che Pizzarotti, una volta eletto basando gran parte della campagna elettorale sulla promessa di bloccare l’ecomostro, abbia abbandonato la questione affermando che la sua amministrazione non può fare nulla.
La contestazione di oggi – non è la prima, non sarà l’ultima – brucia molto. L’entourage di Pizzarotti prova a sminuirne la portata accusando i contestatori di essere ”Manifestanti con bandiere di partito, Pcl, marxisti e leninisti, anti-inceneritore dell’ultima ora” segnalando che uno dei comitati che si batteva contro l’inceneritore, il Gcr (Gestione corretta rifiuti), all’appuntamento non c’era. “Perché l’iniziativa era politicizzata”… O forse, come spiega uno degli attivisti storici dei No Termo, l’avvocato Allegri, perché “hanno messo tra i loro un vicesindaco, un assessore e dei consiglieri”.

Ma in piazza i cittadini c’erano, quasi duecento, alcuni dei quali indossavano una maglia bianca con la scritta ‘No Inceneritore’. E che ci fossero le bandiere di qualche organizzazione o partito politico non può certo essere considerato un elemento che sminuisce le ragioni dei manifestanti. Semmai è chi rinuncia alla lotta in nome di un presunto ‘governo amico’ che dovrebbe spiegare ai cittadini in base a quali valutazioni l’inceneritore era un obiettivo da combattere prima delle elezioni mentre dopo si abbandona il campo. Meccanismi già visti in altri tempo e in altri territori, quando i comitati rappresentano più strumenti di propaganda elettorale che sinceri momenti di autorganizzazione popolare.

L’appuntamento di oggi sotto il Comune di Parma era stato convocato nei giorni scorsi dall’Assemblea Permanente contro gli inceneritori, alla quale hanno aderito alcune forze sociali e politiche di sinistra della città. Che da tempo accusano Pizzarotti di aver utilizzato la campagna contro l’inceneritore in maniera strumentale, solo per conquistare consensi. E di aver completamente rinunciato ad ogni provvedimento dopo l’elezione a sindaco, in nome di una impossibilità da parte del Comune di contrastare l’inceneritore che i manifestanti di oggi concedono. Significativo l’intervento contro il sindaco di una signora, che a Pizzarotti rinfaccia un ‘legalitarismo asettico, privo di intelligenza, cieco’ e lo invita a chiedere il consenso e la partecipazione dei cittadini contro il mostro ecologico, per poter capeggiare lotte più avanzate anche violando qualche regolamento. Prima della manifestazione di oggi l’Assemblea Permanente ha chiesto più volte a Comune e Provincia di Parma di muoversi, anche realizzando dei blitz simbolici all’interno dei rispettivi consigli.
In piazza, al grido di ‘Mantieni le tue promesse, non c’erano solo “gli antinceneritore dell’ultim’ora”. E a contestare l’arrendevolezza dell’amministrazione a Cinque Stelle anche l’avvocato Arrigo Allegri, uno dei due legali che combattono l’inceneritore di Parma a suon di esposti in Procura e in sede europea da molto prima che i 5 Stelle conquistassero inaspettatamente il comune di Parma.

”Il tardivo intervento del Comune non é risolutorio per il blocco del termovalorizzatore e si risolverà con una semplice sanzione” accusa l’avvocato riferendosi ad un recente provvedimento della giunta. Il Comune ha infatti comunicato l’avvio del ”procedimento sanzionatorio per decadenza del titolo edilizio” alla multiutility che sta finendo di costruire l’inceneritore, dando ”7 giorni di tempo a Iren Ambiente per presentare memorie e documenti”, scaduti i quali ”deciderà, in base agli elementi raccolti, i provvedimenti conseguenti da adottare”. Una comunicazione inviata a Iren due giorni fa, ma ”la dichiarazione che il permesso di costruzione era decaduto – spiega Allegri in un blog di Parma – ha avuto luogo, da parte del competente Dirigente comunale, in una conferenza presso la Provincia, il 27 marzo. Il Comune ha poi inoltrato un rapporto alla Procura”, ma ”nonostante due miei solleciti, si é mosso, amministrativamente, soltanto ora”. ”Dalla tardività dell’intervento Iren ha tratto benefici – sottolinea – per la prosecuzione dei lavori” e per le prove di ”accensione, con esiti negativi, a caccia dei certificati verdi (euro 4.500.000 all’anno per 15 anni)”. Secondo Allegri, ”il Comune ha omesso di provvedere per troppo tempo confidando in un intervento sostitutivo della Procura”. Che ha chiesto, ma non ottenuto, il sequestro del cantiere, pur continuando l’inchiesta sui titoli edilizi.

Dopo la contestazione a Federico Pizzarotti i manifestanti, alcuni dei quali giunti da altre località dell’Emilia Romagna, hanno sfilato in corteo fino a raggiungere la sede della Provincia in Piazzale Pace. Poco prima alcuni manifestanti avevano voluto dimostrare quale potrebbe essere la qualità dell’aria dopo l’entrata in funzione dell’inceneritore, accendendo dei fumogeni. «Parfum di inceneritor» recitava un cartello, «con il suo aroma di monnezza bruciata». «Arriva la delicata fragranza dell’inceneritore il profumo che potrebbe cambiare la tua aria per sempre».

 
Guarda il video della contestazione: http://www.youtube.com/watch?v=n0kyyhajVWg

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1 Commento


  • Maria Pia

    Questi non meglio identificati e sparuti attivisti non hanno nulla a che vedere con le migliaia di Cittadini Parmigiani che negli anni passati hanno sempre civilmente manifestato contro lo sciagurato progetto dell’inceneritore. Federico Pizzarotti era uno fra quei Cittadini e ora e’ Sindaco. Con la civilta’ che tutti quelli che lo hanno conosciuto negli anni gli riconoscono, anche oggi si e’ reso disponibile al dialogo, ma questi non meglio identificati non hanno saputo fare altro che insultarlo. Che ritornino nel posto non meglio identificato dal quale provengono.

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