Sette fermi tramutati in arresti e due denunciati a piede libero. E’ questo il bilancio della passeggiata notturna di sabato. Un’attivista denuncia di essere stata molestata dopo il fermo.
”Da quando mi hanno fermata a quando mi hanno portata all’interno del cantiere sono stati dieci minuti di follia. Ho ricevuto una manganellata in faccia, mi hanno toccata nelle parti intime e mi hanno insultata”. A denunciare il trattamento subito dalle forze dell’ordine durante la conferenza stampa organizzata dal movimento No Tav a Susa (Torino) ieri pomeriggio è Marta Camposana, attivista pisana di 33 anni che é stata denunciata per resistenza a pubblico ufficiale dopo il fermo a Maddalena di Chiomonte la sera prima. ”Le forze dell’ordine – ha raccontato – ci hanno chiusi con due cariche e bersagliati con una pioggia di lacrimogeni. Poi sono stata colpita da una manganellata alle spalle e trascinata a terra. Una volta nel cantiere ho detto che avevo bisogno di un medico, ma mi hanno nuovamente insultata e portata al pronto soccorso soltanto quattro ore dopo, alla fine delle procedure in questura, dove mi hanno denunciata solo perché avevo del Maalox e dei limoni per contrastare i lacrimogeni”.
Vedi il video: http://www.youtube.com/watch?v=u8g8D3LlMKY&feature=youtu.be
”Durante questa ennesima manifestazione di dissenso gli apparati delle forze dell’ordine – denuncia a sua volta una nota dei No Tav pisani – hanno dato vita a una vera e propria carneficina, prima militarizzando l’intera valle e tentando di fermare chi voleva raggiungere il concentramento per la passeggiata, successivamente instaurando una guerra svolta a colpi di lacrimogeni sparati ad altezza d’uomo e a distanza ravvicinata, manganelli e cariche a freddo”. Sabato notte nei pressi del fortino di Maddalena di Chiomonte è stato arrestato uno studente del Collettivo Universitario Autonomo e insieme a lui in Valsusa c’era anche la ragazza pisana picchiata e molestata. “E le conseguenze di queste azioni sono nel referto del pronto soccorso: diversi punti di sutura al labbro e un braccio spezzato in ore di percosse avvenute successivamente al suo fermo” denunciano i No Tav pisani.
Molto duro l’intervento di Nicoletta Dosio, attivista storica del Movimento No Tav: “Gli arrestati della scorsa notte sono degli eroi”, ha sostenuto anche lei durante la conferenza stampa successiva agli scontri al cantiere di Chiomonte. ”Ero presente anche io – ha aggiunto – e le forze dell’ordine hanno sparato lacrimogeni ad altezza d’uomo anche sulla gente che defluiva. E’ stata usata violenza inaudita. Oggi siamo qui per dire basta”.
”Abbiamo avuto 63 feriti e diversi contusi. Non sono andati in ospedale solo per paura di essere denunciati” hanno chiarito gli attivisti ieri spiegando che ”Gli aggrediti siamo stati noi, ma non ci faremo intimorire e lotteremo fino alla fine”.
Ieri pomeriggio alcune centinaia di attivisti dei centri sociali e di realtà territoriali della capitale hanno realizzato un improvvisato sit-in in Piazzale Tiburtino, a Roma, in solidarietà con gli arrestati in Val Susa e contro la repressione nei confronti del movimento No Tav, chiedendo in particolare la liberazione di due attivisti romani fermati. Alle 19 il presidio si è trasformato in un corteo che ha sfilato per le vie di San Lorenzo dietro uno striscione che recitava “Organizziamo la nostra rabbia, libertà per i No Tav”. Il corteo è proseguito verso scalo San Lorenzo dove è stata sanzionata, con un lancio di petardi, una sede di Trenitalia davanti alla quale si è schierata la polizia in tenuta antisommossa. Poi la manifestazione ha bloccato Porta Maggiore prima di sciogliersi.
Guarda il video: http://www.youreporter.it/video_Roma_corteo_di_solidarieta_ai_fermati_No_Tav_Val_di_Susa
Di seguito il comunicato diffuso dai No Tav durante la giornata di ieri:
Libertà per gli arrestati No Tav
Una violenza preannunciata quella della Questura che ieri sera, non appena è partita la passeggiata notturna da Giaglione, già emanava farneticanti comunicati paventando lo spauracchio del black block travisato tra i manifestanti valligiani.
Una violenza preordinata quella delle forze dell’ordine, che caricano con la celere i No Tav ancora distanti dalle reti e completamente a freddo. Lo fanno all’interno di un sentiero di montagna strettissimo e pericoloso dove la gente cade, viene calpestata e poi ferita, ripetutamente, dai manganelli di ordinanza e inseguita addirittura nei boschi (già affumicati dai fumi illegali sparati dalla polizia). Da segnalare all’interno del cantiere la presenza dei due mastini della procura che hanno l’ossessione dei No Tav, Padalino e Rinaudo, erano li per caso oppure già sapevano che avrebbero fatto degli arresti?
Ci sono molti anziani tra i più di cinquecento manifestanti, sono loro i primi a non farcela a scappare e gruppi di più giovani provano a frapporsi: tra di loro troviamo i 7 arrestati di cui la Questura di Torino, per mano del vendicativo Petronzi, si vanta.
Ennio, Luke, Matthias, Piero, Marcello, Gabriele e Alberto sono i sette arrestati di questa notte di violenza, notte in cui il movimento No Tav ha dimostrato una volta in più cosa vuol dire lottare e resistere tutti insieme, anche nei momenti difficili.
La presenza delle forze dell’ordine all’interno del cantiere è quella delle grandi, anzi grandissime occasioni, con numerosi mezzi e uomini a disposizione degli esaltati questurini. Come scritti poc’anzi, li troviamo subito fuori dalle reti e la loro intenzione è chiara: vogliono picchiare e fare male.
Ci riusciranno perché oggi contiamo 63 feriti tra i No Tav, escludendo da questo conto le semplici contusioni e intossicazioni da gas lacrimogeni che oramai non fanno più testo.
Oggi alle 15.00 al presidio internazionale di Susa il Movimento No Tav ha denunciato con forza, attraverso una conferenza stampa, la notte appena trascorsa.
Parole di rabbia verso chi si è macchiato dei reati più infamanti, come nel caso di Marta compagna Pisana rilasciata in mattinata che, catturata con gli altri, mentre veniva brutalmente pestata è stata molestata, sessualmente, dai celerini.
C’è anche il caso di Mattia, ragazzo 17enne che per due ore è stato picchiato dalla polizia ed è tornato in presidio solo nel tardo pomeriggio, per lui come per Marta un denuncia a piede libero ma nessun arresto.
Stiamo raccogliendo racconti e testimonianze di questa notte, ma ciò che è importante sottolineare è che il movimento ha dimostrato una volta di più che anche in una situazione difficile si diventa un’unica forza, compatta, in grado di resistere e anche di contrattaccare.
La Questura questa volta si è tolta il dente avvelenato e noi, consapevoli di aver di nuovo visto la vera faccia del potere, o meglio di chi lo serve, ci stringiamo attorno agli arrestati, rilanciando a tutte le iniziative che già da stasera animeranno quest’estate di lotta in Valsusa.
La lotta No Tav non si arresta!
Liberi tutti, liberi subito!
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