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No Tav: ‘liberi tutti’. Iniziative a Pisa e Susa

Si moltiplicano le iniziative di solidarietà con gli arrestati di venerdì scorso, mentre dalle testimonianze degli attivisti emerge la verità sulla repressione contro l’iniziativa di Chiomonte.

 

”Era una manifestazione pacifica, una ‘passeggiata’ al cantiere come tante. Ma questa volta la polizia era fuori ad aspettarci. E ha caricato subito. Noi siamo stati presi solo perché non siamo riusciti a scappare in tempo. E qualcuno é stato anche picchiato mentre veniva trascinato dietro le recinzioni”. A raccontare come sono andate le cose venerdì notte a Maddalena di Chiomonte, ieri mattina, sono stati i sette No Tav arrestati e ieri interrogati dal gip Roberta Vicini durante l’udienza di convalida degli arresti. Gli avvocati della difesa hanno potuto vedere i loro assistiti per la prima volta dal momento dell’arresto, ed hanno potuto constatare direttamente che ognuno di loro ha costole o nasi rotti, vari punti di sutura al viso, lividi su varie parti del corpo, a dimostrazione della violenza con cui gli agenti hanno effettuato i fermi. Una notizia che è rimbalzata subito in rete e che ha spinto il movimento No Tav e tutte le realtà solidali ad ampliare la mobilitazione.

Il presidio di solidarietà nei confronti degli arrestati, già realizzato l’altro ieri sera sotto il carcere delle Vallette di Torino, si ripeterà domani, mentre stasera a Susa è prevista una fiaccolata. Sabato poi in Valle è stata convocata una marcia popolare’, mentre su vari siti i ‘No Tav’ annunciano nuove azioni di sabotaggio.

Intanto una nuova azione collettiva in solidarietà con gli arrestati e i denunciati è stata decisa l’altro ieri sera al campeggio No Tav in corso a Venaus e messa in atto ieri, quando un centinaio di attivisti si sono ritrovati nella mattinata di fronte alle Poste di Susa per mandare decine di telegrammi ai ragazzi rinchiusi nel carcere delle Vallette, iniziativa che ha mandato in tilt l’ufficio cittadino e costretto alcuni utenti a rinunciare alle proprie commissioni o a rivolgersi ad altri uffici.

Iniziativa anche a Pisa, dove un centinaio di manifestanti di varie realtà si sono ritrovati ieri pomeriggio per chiedere in particolare la scarcerazione immediata di Marcello, studente ventiquattrenne di medicina da tempo attivo nella città toscana nelle mobilitazioni per il diritto allo studio e all’abitare. Al presidio hanno partecipato anche la sorella dello studente arrestato che ha ringraziato tutti i presenti per la solidarietà; anche Marta, la compagna picchiata dalla polizia durante i rastrellamenti nei boschi di Giaglione, era presente al presidio, con i segni delle violenze sul viso e sul braccio. Dopo circa un’ora di assemblea, interventi e slogan per Marcello e gli altri arrestati, il presidio si è trasformato in un breve corteo che ha bloccato il traffico sui Lungarni e sul Ponte di Mezzo, mentre sull’argine del fiume alcuni dimostranti scrivevano a caratteri cubitali: “Marcello libero, tutti liberi, No Tav”.

Intanto si è venuto a sapere che sabato pomeriggio, alcuni agenti della Digos hanno fatto irruzione in casa di Marcello per eseguire una perquisizione, sfondando una finestra senza neanche provare a contattare la sorella, residente nella stessa abitazione. 

Leggi gli aggiornamenti: No Tav: ai domiciliari sei arrestati, uno scarcerato

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