Anni fa, quando le procure cominciarono ad utilizzare la mano pesante contro gli attivisti che si battevano contro la Torino Lione e la devastazione della Val Susa, il movimento respinse il tentativo di divisione e di criminalizzazione al grido di “siamo tutti black bloc”. Ora che alcuni attivisti vengono accusati di terrorismo i No Tav rispondono nello stesso modo: “siamo tutti terroristi”.
A migliaia, tantissimi giovani ma anche tante famiglie con bambini e anziani abitanti della valle, sono scesi in piazza ieri sera a Bussoleno per sfilare contro gli assurdi e ingiustificabili teoremi repressivi utilizzati dalla Procura di Torino contro il movimento No Tav. E che nei giorni scorsi hanno portato i magistrati ad emettere 12 avvisi di garanzia per ‘terrorismo’ nei confronti di altrettanti attivisti del movimento contro l’alta velocità appartenenti, secondo le veline dei media, all’ala dura. “Se essere contro il Tav vuol dire essere terroristi ed eversivi, qui lo siamo tutti da 24 anni” ha detto uno dei portavoce storici della valle, Alberto Perino, che poi ha chiarito ancora meglio il suo pensiero: ”Se pensano che quei ragazzi indagati siano terroristi, allora lo siamo tutti”. Mentre Nicoletta Dosio, altra battagliera attivista della prima ora, ricorda quando due giovani anarchici – Sole e Baleno (Maria Soledad Rosas e Edorardo Massari) – furono arrestati anche loro per ‘terrorismo’ e finirono morti suicidi in carcere. I manifestanti hanno sfilato con le fiaccole nel comune della Val Susa, mentre poco prima un centinaio di No Tav avevano organizzato un sit-in davanti all’Hotel Napoleon, che ospita una parte delle forze “dell’ordine” che presidiano il cantiere-fortino di Chiomonte (a spese dei contribuenti, ovvio).
Una timida presa di posizione è venuta anche da alcuni rappresentanti locali del sindacato di Susanna Camusso secondo i quali “Quanto sta avvenendo in questi giorni in Valle di Susa non può che inquietare: perquisizioni assurde a tappeto, in valle, alla ricerca di prove di attività eversive e terroristiche”. Lo hanno dichiarato Federico Bellono, segretario della Fiom torinese e Pietro Passarino, della segreteria Cgil Piemonte, che pure affermano che “non é in discussione l’attività di indagine della magistratura”, né la condanna per i fatti di violenza “da qualsiasi parte provengano”. Ma, dicono i due, “si rispolvera la legislazione antiterrorismo. Si vuole accostare la lotta contro la Tav al terrorismo” nel tentativo di “di criminalizzare una lotta popolare e democratica”.
Di seguito la descrizione della manifestazione di ieri pubblicata dal sito NoTav.info:
“La risposta no tav ai deliri terroristi della Procura di Torino non si è fatta attendere. Questa sera, martedì 30 giugno, almeno duemila persone si sono ritrovate nella piazza del Comune di Bussoleno per respingere al mittente le assurde accuse di terrorismo e manifestare solidarietà ai no tav che sono stati perquisiti e poi sbattuti come mostri in prima pagina, fatti oggetto di articoli falsi e infamanti da parte di stampa e tv. Non ci aspettavamo nulla di meno.
Il clima della serata era quello solito, tipico delle iniziative no tav: sincero e caloroso nel rivendicare tutta la storia del movimento, fatta di resistenza e ribellione, ma lontana anni luce dagli spettri che il potere politico/giudiziario cerca di evocare.
Chi cercava ancora una volta con queste accuse di creare fratture nel movimento ha ottenuto il solo risultato di creare l’ennesima prova di unità e determinazione. In migliaia i no tav hanno trasformato il presidio in un corteo che ha sfilato per le strade di Bussoleno, fermandosi davanti alla Credenza, in questi giorni diffamata come “covo di terroristi”, per sottolineare l’affetto che tutti provano per questo luogo, vero e proprio punto di riferimento per la comunità no tav.
E alla fine la manifestazione si è trasformata spontaneamente in una sorta di festa, con tanto di musica occitana dal vivo e balli in strada proprio davanti alla Credenza, tuttora in corso…. Altro che paura, altro che terrore!”
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