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Le luci della Bolognina

Si accendono le luci di Natale a Bologna. I classici festoni appesi sulle vie della città brillano con eleganza sopra i tetti per ricordare a tutti che a Natale si è sempre piu buoni e solidali. Forse per questo l’anno scorso, sul ponte della stazione, l’illuminazione di Luva Vitone aveva pensato di installare un triangolo, un occhio e un sole, che visti dal centro della strada componevano il simbolo della famigerata P2. Voleva lanciare una provocazione, ricordando il collegamento della loggia massonica con la strage della stazione di Bologna. Ma non tutti apprezzarono quella simbologia, e per qualche giorno il dibattito sui giornali mise in luce la polemica che quell’istallazione natalizia aveva suscitato.
Quest’anno un’altra provocazione è stata messa in atto in occasione del Natale. Il quartiere della Bolognina, uno dei più popolari di Bologna, è l’unico a sfoggiare una illuminazione blu bianca e rossa, in ricordo della strage di Parigi e delle “vittime del terrorismo”. Mentre in tutta Bologna, infatti, le luci sono bianche, è lecito domandarsi il motivo della decisione di allestire una illuminazione tricolore francese proprio nel quartiere di Bologna con il più alto tasso di residenti stranieri provenienti dal Nord-africa e Medio Oriente.
La Bolognina, una zona in cui negli ultimi anni sono sorti cosiddetti “comitati anti-degrado”, e in cui il progetto di riqualificazione sta cambiando lentamente la faccia del quartiere stesso, vede quest’anno un nuovo tentativo di pacificazione (o provocazione?) esponendo queste luci natalizie. Non è nostra intenzione esprimere un giudizio sul nostro sentirci francesi, europei o quant’altro, ma di certo, esporre la bandiera di uno dei Paesi emblema del colonialismo e dell’occupazione dei territori del Nord-Africa, uno degli attori principali dei bombardamenti in Libia e della destabilizzazione del Medio-Oriente, causa almeno in parte del fenomeno migratorio a cui stiamo assistendo, potrebbe risultare per più di qualcuno offensivo e irritante.
Nel migliore dei casi, questa iniziativa vuole essere una condanna al terrorismo, ma anche se così fosse, la scelta dei colori dovrebbe far sorgere per lo meno qualche domanda, sulla capacità di comprendere le cause vere del fenomeno, e di riconoscerne le vere vittime e le cause scatenanti. Perché quindi esporre le luci del colore della bandiera francese, dimenticandosi di quella libica, di quella malese, o ancora di quella siriana? Probabilmente se si fossero mischiati i colori, anche in Bolognina, il messaggio sarebbe stato più chiaro, e meno dogmatico.

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