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Cresce la mobilitazione: le nuove Quattro Giornate contro roghi e veleni

Dopo Aversa ed Acerra, l’altra sera anche Giugliano ha dato un segnale fortissimo non solo alla Campania ma all’Italia intera, perché ciò che è avvenuto e ancora sta avvenendo in questa regione non si può più pensare che non riguardi tutti. Migliaia di persone hanno sfilato, infatti, in corteo per dimostrare che non staranno più a guardare inermi la “condanna a morte” che qualcun’altro ha decretato per loro e per la loro terra.
E ieri sera il miracolo si è ripetuto a Casal di Principe, dove in tantissimi hanno ancora una volta fatto sentire la propria voce in luogo “altamente simbolico” per i motivi che tutti ben conosciamo. E per una bellissima coincidenza proprio in queste ore celebriamo i 70 anni delle Quattro Giornate di Napoli. E oggi, proprio da Casale, dove tutto sembrava finito, è ricominciato anche il nostro riscatto; però stavolta i nemici non sono i nazifascisti, non sono le bombe, ma i veleni tossici con cui ci hanno avvelenato e, ripetiamo, continuano in maniera impunita a farlo.
Perché è inaccettabile essere costretti a rinunciare, per la paura, ai gesti più semplici come mangiare la nostra frutta e la nostra verdura. Perché per ogni fusto tossico che viene scavato oggi, quando lo si sarebbe dovuto cercare almeno venti anni fa, c’è un nuovo, tremendo, rogo tossico sopra le nostre teste. Perché il controllo del territorio, nonostante i proclami, assolutamente non c’è, e non c’è interesse ad averlo, se non quando bisogna decidere dove edificare un nuovo scempio targato Impregilo, mettere in atto la repressione del dissenso o organizzare le passerelle stantie del ministrucolo di turno.
Perché non vogliamo più assistere a prescrizioni di importanti processi ambientali e a insabbiamenti di indagini scomode “non solo alla criminalità organizzata” ma soprattutto ai “politici” che hanno governato e ancora governano questa regione e ai “colletti bianchi”. Perché non si può e non si deve ancora aspettare a togliere il segreto di Stato dalle audizioni del pentito Schiavone alla Commissione bicamerale di inchiesta sulle ecomafie.
Perché, non possiamo accettare l’ipotesi che “uomini di Stato” abbiano attivamente partecipato con la loro collusione a questo scempio e nessuno si degni almeno di sentirsi scandalizzato “per queste infamanti accuse”. Perché vogliamo le bonifiche ma solo e unicamente “sotto il controllo popolare”. Perché, finora, nessuno ha ancora pagato per questo Olocausto, tranne i nostri caduti.
Perché è inaccettabile che un migliorista Capo dello Stato non venga ad inginocchiarsi “al capezzale della propria terra” ma trovi il tempo, “con viva e vibrante soddisfazione”, di pensare a indulto e amnistia, che magari serve “anche” a chi sappiamo noi. Perché il popolo campano si piega ma mai si spezza e ha capito, finalmente, pagando caro sulla propria pelle, che la lotta oltre che in piazza si fa in cabina elettorale: perché davvero basta Bassolino e Nick ‘o Mericano! Perché la difesa del territorio è l’unica cosa per cui valga la pena ancora combattere e perché, dalla Val di Susa alla Sicilia No Muos da Taranto e alla Campania, non passeranno più sulle nostre vite.

 

Fonte: http://paralleloquarantuno.it

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