Alcuni cittadini di Niscemi, assistiti dai legali del coordinamento regionale dei comitati No Muos, sono intervenuti a sostegno del ricorso presentato al TAR di Palermo da Legambiente contro l’atto di revoca della revoca della Regione Siciliana del 24 luglio scorso. L’8 novembre si è tenuta la camera di consiglio per la richiesta di sospensiva, a seguito della quale il TAR ha emanato un’ordinanza in cui ha riconosciuto l’esigenza cautelare, ma ha ritenuto di non dover sospendere i lavori all’interno del cantiere del MUOS. Anche tale procedimento è stato rinviato per la decisione nel merito al 27 marzo, riunendolo al ricorso presentato dal comune di Niscemi. Quindi, nonostante il Tribunale amministrativo abbia ritenuto fondate le richieste, ha preferito rinviare tutto nel merito a marzo, senza pregiudicare la continuazione dei lavori da parte della Marina militare degli USA. Per quanto l’accoglimento formale sia un fatto positivo, resta comunque la gravissima situazione del cantiere che va avanti, e ciò non può che preoccupare, visto lo stato avanzato dei lavori. È ormai chiaro che lo studio dell’ISS non poteva in alcun modo giustificare la revoca della revoca, rimanendo vigente l’applicazione del principio di precauzione, sancita dallo stesso TAR il 9 luglio scorso. E così, mentre assistiamo a un ridicolo rimpallo di responsabilità tra le istituzioni sull’installazione del MUOS, la Sicilia continua ad essere la più importante base operativa per le guerre nel Mediterraneo e fossa comune per i migranti. Chi si oppone a tutto ciò continua a subire atti repressivi, che negli ultimi giorni continuano a colpire numerosi attivisti con avvisi di garanzia. Il coordinamento regionale dei comitati, insieme a tutti gli attivisti e ai cittadini di Niscemi, continuerà ancora con più forza e determinazione la battaglia contro il MUOS, contro le antenne NRTF e contro il progetto folle di rendere la Sicilia una volta per tutte la portaerei degli USA e della NATO nel Mediterraneo.
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