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Roma, due giorni contro i predatori della terra

I predatori della nostra terra, con il sostegno dei Governi stanno “legalmente” distruggendo ciò che rimane del nostro “bel Paese”. Il Cipe ha emanato le linee guida per l’applicazione delle norme sul credito d’imposta ai costruttori di autostrade, un provvedimento che, di fatto, è un’aiuto pubblico ai profitti privati dei cementificatori. L’impegno finanziario previsto da tale manovra di defiscalizzazione (tasse non fatte pagare ai costruttori di autostrade), sarà di circa 100 miliardi di euro dei quali 16 a breve  termine, andando così ad aumentare ulteriormente il debito pubblico.

Questa  “legalità” porta con se una corruzione diffusa, come si evince dai recenti sviluppi dell’inchiesta milanese che ha decapitato i vertici di Infrastrutture Lombarde Spa, portando agli arresti di diversi “dirigenti”, con le accuse di associazione per delinquere, falso e truffa ai danni della Regione. Sull’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina sono ben tre le indagini aperte dalla magistratura contabile della Corte dei Conti.

Il governo Letta con il “Decreto Fare” e quello di Renzi/Lupi, non curanti di tutto ciò, hanno continuato nella politica di investimento in infrastrutture inutili delle autostrade a pedaggio, con un forte e devastante impatto ambientale/sociale/occupazionale sul territorio.

Ciò che serve realmente è una mobilità alternativa al cemento e asfalto, basata sul trasporto pubblico e sul potenziamento della rete ferroviaria esistente per salvaguardare la qualità della vita dei cittadini, insieme all’adeguamento in sicurezza delle strade pericolose.

Le grandi opere sono ormai una delle anomalie più gravi che attanagliano l’Italia. La serie di luoghi comuni a sostegno di questi inutili progetti, ripetuti dai governi che si sono succeduti negli ultimi venti anni, sono smentiti ogni giorno. La realizzazione di opere ad alta concentrazione di capitali e mezzi genera alti profitti, ma se queste risorse pubbliche fossero destinate alla messa in sicurezza sismica ed idrogeologica dei territori, delle scuole, al sostegno di una mobilità utile e sostenibile (ferro e mare), alla difesa e al rilancia della vocazione agricola, garantirebbero un saldo occupazionale nettamente favorevole.

D’altronde, se analizziamo tutte le grandi opere contestate, vediamo che rispondono a bisogni inesistenti o sono formule sbagliate per la soluzione dei problemi, questo consente di poter proporre sempre nuove infrastrutture inutili da realizzare per generare nuovi mega appalti.

Nel nostro paese queste opere raggiungono oneri quattro o cinque volte più alti che in tutti gli altri paesi europei, la struttura dei contratti che generano questi costi smisurati è molto pericolosa in quanto garantisce ai costruttori addirittura di controllare il flusso dei finanziamenti e di non avere alcun rischio economico d’impresa.

Sono concentrazione di ricchezza a scapito della collettività: acquisire una tale massa di risorse economiche collettive per realizzare opere di nessuna utilità pubblica, addirittura causando danni enormi, equivale ad un furto di ricchezza per i cittadini a favore dei soliti noti poteri forti.

La difesa del proprio territorio, della propria città, della salute e delle condizioni di vita è il baluardo contro un anomalo sviluppo guidato da un sistema economico e politico mafioso/massonico che non esita a sacrificare ambiente e cittadini per il proprio profitto.

A Roma, il 17 e 18 Maggio, promossa da diversi Comitati, Associazioni e Cooperative, si terrà una due giorni con una Fiaccolata Popolare per le vie di Tor de Cenci e la Giornata della Terra contro le devastazioni autostradali nell’agro romano. Questo evento può e deve diventare un momento unitario importante per rilanciare la lotta ecoresistente delle comunità diffuse.

Difatti, le vertenze contro la TAV Torino-Lione, l’autostrada tirrenica nord, la Orte-Mestre, il tunnel TAV di Firenze, l’autostrada a pedaggio A12-Roma-Latina e la bretella Cisterna-Valmontone, sono il sintomo di una rinascita dal basso della politica italiana, stimolata dai cittadini stessi, davvero stanchi del livello culturale della politica istituzionale ormai prossimo al collasso morale e della rappresentatività.

Per avere un minimo di credibilità politico-programmatica, un Governo dovrebbe intervenire prima di tutto, abrogando la Legge Obiettivo, il Project Financing e gli Accordi di Programma e tornare ad una vera pianificazione nazionale dei trasporti pubblici, che muova da reali istanze di mobilità sostenibile, evitando gli sprechi e gli sfasci favoriti da queste normative.

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