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Comune di Roma: ai giovani agricoltori terre inquinate (e a rischio “grandi opere”) per fare agricoltura (poco) biologica

Il Comune di Roma ha annunciato, lo scorso 24 maggio, la pubblicazione di un Bando per l’assegnazione di circa 100 ettari di terre incolte, di proprietà del Comune, a giovani agricoltori.

Il bando, predisposto d’intesa tra il Dipartimento Patrimonio Sviluppo e Valorizzazione e il Dipartimento Tutela Ambientale – Protezione Civile e presentato dal sindaco Ignazio Marino, dal vicesindaco Luigi Nieri, dall’assessore all’Ambiente Estella Marino e dal presidente del XV Municipio Daniele Torquati, darà in concessione quattro lotti per una durata di 15 anni a persone fisiche – preferibilmente sotto i 40 anni – o giuridiche che intendano costruire progettualità produttive di tipo agricolo.

I quattro lotti messi a bando, ubicati in diversi Municipi di Roma, sono Borghetto San Carlo, tenuta Cervelletta, tenuta Redicicoli e Tor de’ Cenci. Nel lanciare l’iniziativa, il sindaco Ignazio Marino ha sottolineato la visione politica sottesa al bando: tutela dell’agro romano e priorità ai giovani, attraverso la promozione di coltivazioni biologiche, attenzione alla biodiversità e al km zero.

Con queste premesse, l’iniziativa è lodevole almeno nelle dichiarate intenzioni, leggermente diversa e ben meno lodevole è invece nella realtà lo stato ambientale di almeno uno dei lotti messi a bando.

Sul sito del comune di Roma, alla pagina in cui l’iniziativa è pubblicizzata, si legge “Le tenute […] tutte comprensive di un casale e di manufatti rurali da recuperare, sono inserite in aree di notevole pregio ambientale […] Il bando premia l’orientamento dei concorrenti verso l’agricoltura biologica, le pratiche agricole che incrementino la biodiversità e la presenza nelle nuove aziende di servizi fruibili dalla cittadinanza, quali le fattorie didattiche, l’assistenza e l’inserimento lavorativo di soggetti svantaggiati, lo sviluppo di orti sociali e di attività ricreative da condurre in campagna.”

Affermazioni ampiamente contraddette dalla visita guidata organizzata dal Comune presso uno dei lotti in assegnazione, e specificamente quella realizzata venerdì 13 giugno alle ore 15 presso il lotto Tor de’ Cenci.

Il lotto in oggetto, il n.3 messo a bando, localizzato nel Municipio IX, è un lotto di 28 ettari con un edificio rurale annesso, inserito nella Riserva naturale di Decima-Malafede e soggetta alle relative norme di salvaguardia di cui alla legge Regione Lazio n.29 del 1997 (leggi scheda).

Che si tratti di un’area di notevole pregio ambientale è contraddetto dall’evidente concentrazione di fattori contaminanti presenti sul lotto.

Tutta l’estensione del fondo è interessata dal passaggio di tre linee di tralicci dell’alta tensione. A questo proposito, si ricorda soltanto che, sin dalla fine degli anni ’70, si studiano gli effetti sulla salute dei campi elettrici e magnetici. Le conclusioni delle analisi dell’Agenzia Internazionale per la Ricerca sul Cancro (IARC), promossa con il sostegno dell’OMS e pubblicata nel 2002, e quella della Commissione Internazionale per la Protezione dalle Radiazioni Non Ionizzanti (ICNIRP) pubblicata nel 2003, accertano effetti biologici derivanti dalla stimolazione di nervi e muscoli nonché variazioni nell’eccitazione delle cellule del sistema nervoso centrale. Nel 2002, la IARC ha pubblicato una monografia in cui i campi magnetici ELF venivano classificati come “possibilmente cancerogeni per l’uomo”, tra i rischi, la leucemia infantile.

Sul fondo è inoltre presente un impianto di betonaggio non autorizzato e posto sotto ordinanza di sgombero dal 1997 (nei fatti sgomberato soltanto pochi mesi fa) le cui installazioni, solo parzialmente rimosse, non sono state ancora bonificate.

Ancora, circa quattordici dei ventotto ettari a bando sono interessati dal progetto della bretella autostradale A12-Tor de’ Cenciparte del progetto di costruzione del corridoio Roma-Latina. Poco conta che il tecnico capitolino abbia spiegato che – secondo incontri intercorsi tra Comune e Regione – l’opera della bretella non si farà. Non vi è ancora ad oggi alcuna comunicazione ufficiale in merito. Secondo il comitato No Corridoio Roma-Latina, che da anni si batte contro il progetto di costruzione della mega infrastruttura e che ha presentato contro il progetto più di un ricorso – la notizia non ha alcun riscontro oggettivo né alcun fondamento. Anzi, il 16 Settembre 2014 verrà assegnata l’opera messa a bando. Ricordiamo che si tratta di opera in viadotto, la quale verrà percorsa da TIR  e autovetture private che provocheranno un forte inquinamento derivante dai gas di scarico.

Una porzione del lotto è attraversata dal passaggio (a pochi metri di profondità) del metanodotto Snam Rete Gas a cui, infatti, il progetto della bretella autostradale A12 si sovrappone nei tratti:Pomezia Roma Ovest DN 450,  Maenza – Vitìnia DN 75Q (30°), Derivazione per Montecompatri DN 250, Allacciamento Comune di Zagarofo DN 100 (4″), Allacciamento Comune di Cotenna DN 250.

Il rustico presente sul fondo, la cui copertura è realizzata in amianto, ha bisogno di un importante intervento di messa in sicurezza e bonifica. Risulta senz’altro insufficiente – per la riqualificazione e la manutenzione straordinaria dei casali e degli annessi rurali di tutti e quattro i lotti messi a bando – la somma che il Comune ha messo a disposizione fino a un massimo di 200.000 euro, sempre previa verifica della disponibilità di bilancio.

Ancora, sussiste sul fondo servitù di passaggio per i mezzi e il personale diretto al depuratore ACEA.

Il livello delle criticità ambientali presenti nel lotto ha indotto a chiedere al tecnico, da parte dei presenti – in gran parte interessati a partecipare al bando – se fossero state predisposte analisi sulla qualità del terreno e sulla compatibilità degli stessi con il carattere biologico dell’agricoltura promossa dal bando.

La risposta del funzionario del Dipartimento Tutela Ambientale del comune di Roma, incaricato di accompagnare la visita degli interessati al fondo, fa luce su quale sia la concezione di agricoltura sana e protezione ambientale abbracciata dalla Giunta Marino: “nessun ente di certificazione biologica chiederà mai questo tipo di analisi, si limitano a farle sul prodotto”.

In definitiva, che il Comune di Roma individui tra i lotti in concessione (per promuovere forme di agricoltura sostenibile e biologica e promuovere il ritorno alla terra dei giovani) un terreno con questo livello di compromissione ambientale risulta quantomeno poco accorto, per non dire politicamente discutibile e comunque in contraddizione con i principi su cui il bando, almeno in teoria, sarebbe fondato.

In tal senso, la rete Stop Biocidio Lazio esprime forte preoccupazione rispetto alla scelta di mettere a bando il lotto, ne denuncia i rischi ambientali e sanitari chiedendo all’amministrazione di adottare misure urgenti rispetto a quanto esposto. Ci sembra poi giusto utilizzare la questione come spunto per prendere posizione contraria rispetto all’ennesima grande opera inutile che il lotto intreccia all’interno del coacervo di criticità ambientali ospitate. La battaglia dei comitati contro il corridoio Roma-Latina, sinonimo di devastazione ambientale e spreco di risorse a beneficio di chi specula, è parte della nostra battaglia contro devastazioni ambientali, contaminazioni e impatto sulla salute, grandi opere inutili e gestione dissennata dei rifiuti urbani e industriali.

Il video della visita del 13 giugno

STOP BIOCIDIO LAZIO

Stop Biocidio Lazio è una rete di comitati locali, organizzazioni sociali e associazioni attive nel territorio laziale in difesa di  ambiente e salute

da http://asud.net

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