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Cupinoro. I Comitati ricevuti dal Consiglio dei ministri

Nella giornata di ieri, 22 Luglio, i Comitati che si battono contro la riapertura di Cupinoro e lo scellerato progetto di realizzare in quel sito un polo industriale dei rifiuti, sono stati ricevuti dal Consiglio dei Ministri al quale hanno esposto le ragioni della loro contrarietà. E’ stata ribadita con forza l’importanza del rispetto dei vincoli che gravano su quel sito che, ricordiamo a tutti, sono stati istituiti proprio a tutela di quel territorio e in particolare si è focalizzata l’attenzione sugli usi civici.  

I rappresentanti dei Comitati hanno sottolineato che tutto l’iter procedurale che il Consiglio dei Ministri si appresta ad esaminare è caratterizzato da atti quantomeno imprecisi o errati che potrebbero condizionarne l’esito finale con l’approvazione del progetto che la Regione Lazio e il Comune di Bracciano perseguono con tanto accanimento.

E’ stato ribadito con determinazione che, se tale eventualità si concretizzasse, risponderemo per le vie legali con un ulteriore ricorso, questa volta  al Consiglio di Stato.

E’ stata inoltre consegnata tutta la documentazione necessaria a supportare le tesi esposte ed in particolare una lettera aperta che alleghiamo qui di seguito.

CUPINORO: NON CALPESTATE I DIRITTI DEI CITTADINI

L’appello dei comitati al Consiglio dei Ministri per la salvezza del territorio

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo ha bocciato l’Autorizzazione richiesta dalla Regione Lazio per realizzare un polo industriale dei rifiuti a Cupinoro.

Ma oltre a quello del MIBACT, c’è un altro parere negativo: quello dei cittadini. In fondo saremmo proprio noi a dover finanziare un’operazione che minaccia la nostra salute e il nostro territorio. E che non aiuterà in alcun modo a risolvere il problema della corretta gestione dei rifiuti.

Diciamo subito che realizzare un’industria dei rifiuti a Bracciano, vicino al lago, vicino al castello degli Orsini Odescalchi, vicino alla necropoli etrusca della Banditaccia di Cerveteri, che l’Unesco ha dichiarato Patrimonio dell’Umanità, costruirla in un luogo così, tra boschi e campi coltivati è un’idea da irresponsabili, senza senso e senza futuro. Per noi che ci viviamo, Cupinoro è un cancro. Nessuno sa e nessuno vuole sapere cosa c’è là sotto, dopo 30 anni di sversamenti. E invece di mettere in sicurezza la discarica e predisporre un’indagine ambientale approfondita si pensa a investire su un polo industriale dei rifiuti. Il progetto è estendere il cancro.

Diamo parere negativo perché l’area di Cupinoro è soggetta a vincoli imposti dalle istituzioni come la ZPS (Zona a Protezione Speciale) e vincoli paesaggistici, ed essendo di proprietà dell’Università Agraria di Bracciano è gravata da Usi Civici. Basterebbe questo per far desistere qualsiasi amministratore illuminato dal progetto in questione. Questi vincoli rappresentano l’unica tutela del nostro territorio. L’Università Agraria nasce infatti con uno scopo preciso: tutela e conservazione del patrimonio agricolo. Chi può decidere che questo patrimonio non debba essere più tutelato, con quali ragioni?

Diamo parere negativo perché crediamo che decisioni così importanti non possano essere prese attraverso l’uso e l’abuso di deroghe e scorciatoie emergenziali. Al contrario, devono essere frutto di una politica di gestione del territorio basata sulla programmazione e sulla condivisione, sempre e comunque nel rispetto delle leggi esistenti. Le leggi dello Stato che valgono per noi, non valgono per lo Stato? Chiediamo il rispetto e il ripristino della legalità. Adesso si usa anche la leva dei posti di lavoro per giustificare ciò che è ingiustificabile.

Diamo parere negativo perché gli impianti previsti dalla Regione Lazio non sono in linea con le prescrizioni delle direttive europee e ci portano lontano dagli obiettivi previsti dalle leggi italiane. La Regione Lazio ha un Piano Rifiuti inadeguato, di fatto vecchio di 20 anni, che si basa sul cosiddetto ‘ciclo integrato dei rifiuti’. I cittadini chiedono una vera svolta a partire da questo livello: la soluzione è riconosciuta a livello mondiale e si fonda sulla raccolta differenziata porta a porta spinta e sul recupero delle materie prime. Ma l’impianto di Trattamento Meccanico Biologico che la Regione Lazio vorrebbe imporre a Cupinoro serve a produrre ecoballe per gli inceneritori e i cementifici, e oltre a produrre inquinamento è obsoleto: ricordiamo che l’Unione Europea impone dal 2020 di non inviare ad incenerimento le materie riciclabili. La centrale a digestione anaerobica dei rifiuti (Biogas) che la legge definisce ‘industria insalubre di prima classe’, è una tecnologia rischiosa per l’ambiente oltre ad essere un investimento fallimentare, perché arricchisce solo gli imprenditori grazie agli incentivi dello Stato. Questo non è progresso, non è la soluzione, anzi questo tipo di impianti rappresentano e perpetuano il problema.

Invece di valorizzare le immense potenzialità del territorio – il turismo, la cultura, l’agricoltura, il paesaggio – si mira ad azzerare tutto, a inquinare ancora dopo 30 anni di inquinamento. L’assessore della Regione Lazio Michele Civita c’è rimasto male, si è accorto che c’è ancora qualcuno che pensa che il territorio sia un bene da tutelare. Ha usato parole gravissime per umiliare e screditare il Ministero. Ha promesso pubblicamente la riapertura di Cupinoro attraverso il ricorso al Consiglio dei Ministri, ha detto che sono sicuri di vincere la partita. Ha anche annunciato che prenderanno decisioni impopolari. Ma come ha fatto l’assessore a prevedere già da mesi che il governo italiano si sarebbe reso complice di questo scempio, contro il parere di un suo stesso dicastero?

Questa sembra essere un’operazione giocata fin dall’inizio contro le leggi a tutela del patrimonio ambientale e paesaggistico. L’iter istruttorio del progetto è costellato di imprecisioni e incongruenze, anche sul lato economico, sulle quali ora indaga la magistratura – a cui abbiamo dato pubblicamente il nostro sostegno a proseguire nel suo lavoro di ricerca della verità.

Organi dello Stato come quello a cui ci stiamo rivolgendo devono avere la funzione vitale di controllare ed eventualmente sanzionare chi, in nome e per conto dello Stato di cui facciamo parte, non svolge  il proprio lavoro nell’interesse dei cittadini tutti.

In questa operazione non c’è stato un solo momento di vero confronto con i cittadini. Se invece di calare dall’alto progetti inaccettabili, i nostri amministratori avessero a cuore la salute e l’ambiente potrebbero scoprire che queste città e questa regione hanno a disposizione soluzioni mille volte migliori per gestire i rifiuti, più sane, più efficaci e più vantaggiose in termini economici. Ma evidentemente gli obiettivi sono altri. Ci chiediamo: se non c’è interesse per la salute dei propri concittadini, per la bellezza e il futuro del paese, per la qualità dell’ambiente nel quale tutti noi viviamo, qual è il ruolo delle amministrazioni? In nome di quale presunto senso di responsabilità è possibile ancora passare sopra il bene comune? Fino a quando il nostro territorio dovrà subire le conseguenze della cattiva gestione degli amministratori locali e regionali?

Con questa lettera, vi parliamo in rappresentanza dei cittadini di Bracciano, Cerveteri, Ladispoli, Manziana, Anguillara e di tutti i paesi e le frazioni di questo territorio ancora splendido. E anche dei cittadini che non sono ancora nati.

Vi parliamo a nome dei cittadini di Roma e d’Italia che mangeranno il cibo che noi produrremo sulla nostra terra e della cui salubrità siamo responsabili.

Vi parliamo a nome dei cittadini che vivono del turismo, la nostra risorsa principale e riconosciuta in tutto il mondo. Quale può essere il valore di una località dominata da una montagna di immondizia, appestata dai miasmi dell’industria dei rifiuti? Il degrado non attrae turisti.

Vi parliamo a nome degli esperti, in Italia e all’estero, con i quali abbiamo individuato ormai con chiarezza il percorso verso una gestione virtuosa dei rifiuti. Un percorso che ha come tappe obbligate la raccolta differenziata, il riuso, il riciclo e il recupero dei materiali, le politiche per la riduzione dei rifiuti all’origine, il compostaggio aerobico per la frazione organica. Usciamo dalla strategia delle emergenze, costruite ad arte ormai da decenni. Basta con le discariche, gli inceneritori e i biodigestori, basta con le truffe vecchie e nuove, basta concepire grandi opere dove tutti trovano il loro tornaconto tranne i cittadini, basta con le Terre dei Fuochi, basta promettere bonifiche che muovono soldi e che nessuno fa, basta con l’idea che sui rifiuti si debba guadagnare – quello è lavoro per mafiosi e monopolisti, non certo per amministratori.

Vi parliamo in rappresentanza di qualcosa che è in voi.

Al di là delle parole, delle leggi, delle convenienze e delle appartenenze, voi sapete, voi vedete bene che autorizzare un’operazione come questa sarebbe una scelta che colpirebbe inevitabilmente i diritti della comunità e la credibilità delle Istituzioni.

Non permettete a voi stessi di compierla. Sostenete il parere del MIBACT e dei cittadini contro la realizzazione dell‘industria dei rifiuti a Cupinoro.

COMITATO BRACCIANO STOP DISCARICA

COORDINAMENTO RIFIUTI ZERO PER IL LAZIO

ASSOCIAZIONE RIFIUTI ZERO VALCANNETO

COMITATO TERRANOSTRA

ASSOCIAZIONE TERRATTIVA

COMITATO NO DISCARICA CERVETERI

ASSOCIAZIONE SALVIAMO BRACCIANO

COMITATO DI ZONA BORGO SAN MARTINO

COMITATO IL CASTELLACCIO-MONTERONI

COMITATO LIBERI CITTADINI IN DIFESA DEL TERRITORIO  

 

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