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Campania: contro il centralismo autoritario di Caldoro riprende la mobilitazione per l’acqua pubblica

Sul modello di gestione del servizio idrico a Napoli e in Campania

Acqua bene comune: al centralismo autoritario di Caldoro si risponde riprendendo la mobilitazione sui contenuti referendari

Ritorniamo –dopo il comunicato del 23 luglio – sulla proposta di nuovo Statuto dell’ Azienda Speciale ABC riscontrando, con moderata soddisfazione, che un primo obiettivo è stato raggiunto:

l’ apertura, seppur tardiva, di un dibattito sulle forme di gestione del servizio idrico.

         Nel frattempo, quasi contemporaneamente, com’è stato rilevato anche da altri,  sono intervenute le norme del collegato alla legge regionale di stabilità 2014 che prevedono l’ “invenzione”  di una Struttura di Missione che, in dispregio alla normativa vigente, scavalca sia le competenze degli ATO in materia che il dibattito in corso nel Consiglio Regionale sulla nuova legge di riordino del servizio.

La contestualità dei due provvedimenti (delibera della Giunta Comunale di proposta al Consiglio n. 423/2014 e disposizioni contenute nella legge regionale n. 16/2014) non significa affatto, per quanto ci riguarda, fare una sorta di parallelismo tra De Magistris e Caldoro in quanto sappiamo bene che il Presidente della Giunta Regionale è ben più lontano dalle posizioni del vasto movimento per l’ Acqua Pubblica di quanto, invece, non lo sia il Sindaco di Napoli.

         Tuttavia, non possiamo fare a meno di rilevare che nell’ Amministrazione Comunale (o in parte di essa) s’è manifestata una tendenza al ripiegamento difensivo di fronte a quella sorta di accerchiamento nazionale e regionale che affligge la significativa esperienza di ABC organismo di diritto pubblico coerente sia con l’ esito referendario del giugno 2011 che con specifiche sentenze della Corte Costituzionale.

Ciò, significa che, invece, occorre rilanciare e, quindi, non soltanto cancellare – attraverso il dibattito nella competente Commissione Consiliare prima e in Consiglio Comunale poi – quelle disposizioni che prevedono una commistione di fatto, nell’ elencazione degli “atti fondamentali”, tra Azienda Speciale (di diritto pubblico) e Spa (di diritto privato) ma anche prevedere nel nuovo statuto di ABC sia la possibilità della trasformazione della stessa in Azienda Speciale Consortile per valorizzarne la vocazione sovracomunale che l’ assorbimento al proprio interno delle società collegate – ad iniziare da Net Service – come autonomi centri di responsabilità e contabilità separate secondo quanto prevede, in questi casi, sia lo statuto del Comune  che la normativa in materia.

         Ci dispiace se qualche autorevole studioso – che pure stimiamo – può vedere posizioni simili come un ritorno alle “vecchie municipalizzate” perché non è questa la nostra intenzione, però, noi che – a pari titolo con tante/i altre/i – abbiamo partecipato alla battaglia referendaria non possiamo assistere passivamente alle premesse di uno svuotamento di fatto dell’ organismo di diritto pubblico, ossia della  garanzia d’ evitare la mercificazione di un essenziale Bene Comune come l’ acqua che va mantenuto soprattutto col protagonismo e il controllo politico e sociale di quella rete di associazioni e comitati che c’ ha portato alla vittoria referendaria.

I COMPAGNI NAPOLETANI ADERENTI ALLA CAMPAGNA PER IL “CONTROSEMESTRE POPOLARE”

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