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L’Assemblea Nazionale dei Comitati per la tutela della Salute

DIRETTIVO NAZIONALE DEI COMITATI PER LA TUTELA DELLA SALUTE NELLE AREE DISAGIATE, INSULARI E PERIFERICHE D’ITALIA
COMUNICATO STAMPA N. 1
Il giorno 22 luglio 2016, presso l’Hotel Quirinale di Roma si è tenuta la prima Assemblea Nazionale dei Comitati per la tutela della Salute nelle Aree disagiate, insulari e periferiche d’Italia, per un confronto comune, la condivisione del percorso, la creazione di un Direttivo Nazionale dei Comitati di settore, la promozione di iniziative Nazionali di tutela della Salute nelle aree periferiche e disagiate d’Italia, l’organizzazione di eventi che richiamino l’attenzione di Governo, Parlamento e Regioni sulle politiche sanitarie oggi in atto che penalizzano fortemente queste aree deboli del paese e non assicurano la tutela della Salute e l’uguale diritto di accesso alle cure rispetto al restante territorio della Repubblica.

All’iniziativa hanno aderito circa 140 comitati, che sono stati rappresentati nell’assemblea, delle regioni Piemonte, Friuli Venezia Giulia, Emilia Romagna, Toscana, Marche, Abruzzo/Molise, Lazio, Campania, Basilicata, Calabria, Sicilia, Sardegna. Ha aperto i lavori Don Francesco Martino, a nome del Comitato Organizzatore firmatario del Documento di Volterra del 12 marzo 20161, precisando che “Scopo dell’incontro … è la difesa della sanità pubblica in tutte le aree disagiate e svantaggiate d’Italia per la garanzia effettiva, reale e concreta del diritto alla salute, sancito dall’art.32 della Costituzione in linea di principio, che sta rischiando seriamente di rimanere soltanto un nobile principio sulla carta. …

Siamo assolutamente per la garanzia nei nostri territori di una vera ed efficace sanità pubblica che assicuri veramente con servizi veri e funzionali questo diritto, ed è per questo motivo che un gruppo di noi abbiano già, in una dichiarazione comune presentata a Volterra il 12 marzo, cominciato a chiedere con forza al Governo, alle Regioni, a tutti gli attori coinvolti che quanto di oscuro a livello sanitario previsto nel Decreto 70 del 2015 per le Aree Particolarmente Disagiate sia precisato da un chiaro regolamento per la sanità ospedaliera e quella territoriale che puntualizzi con chiarezza la presenza di servizi veri, efficaci, garantiti, funzionali e veramente garanti dei LEA nei nostri territori, sia riguardo l’emergenza/urgenza, che il percorso nascita, la tutela della salute materno/infantile, la lungodegenza, i servizi territoriali di supporto come l’ADI ed altro ancora.

Vogliamo accettare la sfida della riorganizzazione sanitaria proposta dal Decreto n. 70, ma non crediamo ad un’azione puramente di contenimento della spesa di natura economica; siamo d’accordo nella razionalizzazione del sistema che elimini doppioni e sprechi, ma crediamo che la vera economia sanitaria che assicuri il diritto alla salute sia una conseguenza di una organizzazione di veri e concreti servizi sanitari che garantiscano con sicurezza l’emergenza/urgenza, l’effettiva tutela della salute e l’accesso alleprestazioni con lo stesso livello di qualità in tutte le zone d’Italia. Crediamo che l’ottica del risparmio, perseguita oggi dalle Regioni nel pubblico, finalizzata a puri tagli a volte lineari produca servizi precari e carenti, generando insicurezza, paura sociale, mettendo in pericolo la salute delle persone, facendo fallire proprio la mission del Sistema Sanitario Pubblico, e aprendo di fatto le porte ad un mercato privato della salute che fa profitti sulla pelle dei poveri cittadini ma non assicura realmente la cura della persona se non a chi è più forte e a prezzi onerosissimi. Per questo motivo vogliamo richiamare Governo, Parlamento e Regioni alle loro responsabilità di tutela della salute pubblica per l’uguaglianza di tutti i cittadini della Repubblica come uomini e donne appartenenti e fondanti questo stato, e vogliamo farlo attraverso una grande manifestazione pubblica nel prossimo autunno qui a Roma”.

E’ stata quindi data la parola ad ogni Comitato o gruppi di comitati che hanno chiesto di intervenire, consentendo loro di presentarsi e delineare brevemente le problematiche di tutela della salute oggetto della loro azione territoriale. E’ emerso un quadro singolarmente comune in tutto il panorama della penisola che ha messo in luce la gravità e la pericolosità di una riorganizzazione sanitaria che rischia di compromettere l’efficienza ed efficacia dell’intero Sistema Sanitario pubblico in materia di garanzia dell’emergenza/urgenza, dell’accesso alle prestazioni, del diritto di cura, della reale erogazione concreta dei servizi sanitari adeguati alla fragilità persona bisognosa di assistenza. Si è condivisa la necessità di un’azione robusta per correggere le attuali derive del Sistema Sanitario Pubblico intervenendo su Governo, Parlamento e Regioni e per salvare il sistema stesso, che sembra orientato verso una strisciante ed occulta privatizzazione dei servizi, rimettendo in primo luogo l’assistenza sanitaria al cittadino al centro come base di partenza per ogni discorso economico di razionalizzazione. Nella seconda parte dell’incontro è stata data lettura del Documento di Volterra 2 ed è iniziata la discussione sugli aspetti che dovranno essere necessariamente materia di confronto con le istituzioni, il Governo, il Parlamento e le Regioni.

Una prima forte richiesta è stata quella di intervenire affinché il Decreto, già firmato dal Ministro della Salute Lorenzin,  dell’11 novembre 2016, che tutela i punti nascita sotto i 500 parti annui, sia al più presto pubblicato in Gazzetta Ufficiale, per garantire un diritto disatteso o ignorato da molte Regioni e si chiarisca la normatività al posto della facoltà per queste in materia di applicazione per le aree particolarmente disagiate; si è adottato a maggioranza come testo base di lavoro per arrivare ad un documento definitivo su cui chiedere il confronto istituzionale la Dichiarazione di Volterra del 12 marzo 2012; si è proposto di prevedere il diritto di controllo da parte delle comunità locali e dei Sindaci nella programmazione sanitaria con la creazione di organismi territoriali di più piccola dimensione legati alle specifiche aree territoriali in luogo delle farraginose Conferenze dei Sindaci delle ASL, di porre attenzione prima di delegare funzioni HUB o SPOKE alle strutture private al coinvolgimento nelle emergenze/urgenze di settore le università e i presidi pubblici che diano però garanzie adeguate;

di ripensare in senso di prossimità l’Area e i servizi pediatrici nelle aree disagiate collegandoli ai centri Hub o Spoke per la rotazione del personale;

elaborare piani sanitari basati prevalentemente sulle indagini epidemiologiche e spalmati nell’arco di verifiche ventennali;

di riportare la competenza sanitaria totalmente in mano allo Stato facendo marcia indietro sulla regionalizzazione voluta dal Titolo V;

di prevedere la non possibilità di chiusura degli Ospedali di Area Particolarmente Disagiata in area sismica e il taglio dei servizi sanitari nelle aree a forte vocazione turistica del paese per impedire anche il crollo di questa risorsa vitale per tanti piccoli borghi d’Italia;

ripensare seriamente le convenzioni spesso con nessun vantaggio economico con strutture private determinando la chiusura di quelle pubbliche che erogano con adeguatezza gli stessi servizi;

si è proposto l’abolizione dell’intramoenia per i medici e l’opzione esclusiva per il pubblico individuando altre modalità che veramente azzerino le liste di attesa;

si è chiesto che esplicitamente si preveda la non applicabilità alle strutture sanitarie in Area Particolarmente Disagiata, in quanto già garantite dall’eccezione normativa, dei commi 524 e 525 della Legge 28 dicembre 2015 n.208 e di conseguenza gli effetti del Decreto del Ministero della Sanità del 21 giugno 2016.

L’Assemblea ha quindi dato mandato al Comitato Direttivo di recepire questi suggerimenti nel testo base e il mandato di aprire la procedura di emendamento dello stesso con il confronto con tutti i comitati aderenti, per arrivare ad un testo unico sottoscritto e condiviso entro settembre.

Ha quindi deliberato di indire per MARTEDI’ 20 SETTEMBRE 2016 sotto il MINISTERO DELLA SANITA’ a ROMA una grande manifestazione per la tutela della SALUTE NELLE AREE DISAGIATE, PERIFERICHE ed INSULARI DI ITALIA, preparata da due riunioni organizzative per il Centro Nord in Toscana e per il Centro Sud a Praia a Mare il 10 settembre 2016; ha approvato la proposta di costituzione di un gruppo tecnico di supporto ai comitati per l’elaborazione di proposte sanitarie, e al termine dei lavori ha eletto il DIRETTIVO NAZIONALE dei COMITATI
PER LA TUTELA DELLA SALUTE NELLE AREE PERIFERICHE, DISAGIATE ED INSULARI D’ITALIA, così composto:
VALERIO BOBINI (CREST- Toscana)
EVA GIULIANI (CREST – Toscana)
CARLOTTA BALZANI ( Comitato Salute Casentinese – Toscana)
EMANUELA CIONI ( Ospedale Costa, Porretta Terme – Emilia Romagna)
VASSALLO NADIA (Salviamo Le Cicogna – Reggio Emilia – Emilia Romagna)
SIMONA BARBINI (Comitato per la Difesa e la Tutela dell’Ospedale Bartolomeo Eustachio – San Severino – Marche)
MONICA FERRAGOTTO ( Gruppo Cicogna – Gemona del Friuli – Friuli Venezia Giulia)
ENRICA SCIULLO (Il Cittadino C’è – Agnone – Molise)
SCOTTI VALERIO (Comitato Diritto di Cura – Agropoli (SA) – Campania)
ANTONELLO MADIA ( Comitato Pro Ospedale del Reventino – Cosenza – Calabria)
ANGELO LA ROSA (Comitato Cittadino di Giarre – Sicilia)
STAFF TECNICO:
GINO DOMENICO SPOLITU, Responsabile Organizzazione Eventi
Avv. MARCO MASSEI, Consulente Legale – San Severino Marche
SEGRETERIA :
DON FRANCESCO MARTINO
FLAVIO CECCARELLI
Alle ore 18.30 la riunione si è chiusa.
LA SEGRETERIA.

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