Ricordate il nuovo stadio “per” la Roma? A che punto stanno le cose? Intervista a Paolo Ferrara (M5S), replica di Antonello Sotgia (urbanista).
Mesi fa è stato al centro di uno scontro politico e di polemiche ferocissime sui mass media contro l’opposizione della giunta Raggi al progetto. La cementificazione a Tor Di Valle era stata messo in cantiere da un cordata guidata dal rampante costruttore Parnasi (amico e finanziatore del Pd). Poi la giunta comunale è arrivata ad un accordo con i costruttori e le banche che sponsorizzano il progetto. Si è parlato di riduzione di cubature e di urbanistica contrattata.
La campagna dei mass media (Repubblica e Corriere della Sera in testa) improvvisamente ha abbassato i toni e spento i riflettori su Roma e la giunta Raggi e qualcuno, prima scettico o addirittura ostile, ha cominciato a segnalare la “capacità di governo” del M5S. Poi dopo qualche mese hanno ricominciato il tartassamento, questa volta sull’emergenza rifiuti, mentre la Capitale perde ogni settimana un pezzo della propria economia e di lavoro senza che da Comune e Regione vengano segnali di risveglio.
Ma lo Stadio “per” la Roma (non “della” Roma, ndr) che fine ha fatto? Tre mesi di silenzio. Qualche giorno fa Radio Città Aperta ha intervistato su questo il capogruppo del M5S in Campidoglio, Paolo Ferrara, che ha commentato entusiasticamente il risultato raggiunto. Abbiamo chiesto ad un urbanista molto conosciuto a Roma e tra i movimenti sociali, Antonello Sotgia, un commento a quanto dichiarato dal capogruppo M5S. Il giudizio non è affatto entusiasta né entusiasmante. In una città dove speculatori, banche e palazzinari fanno il ritmo di marcia e definiscono i parametri dello sviluppo urbanistico, sullo stadio non c’è stata neanche la riduzione del danno, ma solo il ritorno al progetto originario, che poi è quello che la Giunta Marino aveva accettato di ampliare a dismisura nelle cubature premiandolo addirittura con una delibera di interesse pubblico sull’opera. Una operazione che sembrava stoppata e invece….
Qui di seguito l’intervista a Paolo Ferrara e il commento di Antonello Sotgia. Buona lettura.
Intervista a Paolo Ferrara, capogruppo Movimento 5 Stelle.
Quali sono le novità rispetto a questo progetto di realizzazione dello stadio, in questo caso della società sportiva As Roma? Conosciamo bene, chi ci ascolta conosce bene le complicazioni, il lungo iter e la situazione aggiornata a qualche tempo fa. A che punto siamo oggi?
Diciamo che sono tutte buone notizie, fortunatamente. Andiamo spediti, il progetto è stato completamente modificato, così come avevamo richiesto al proponente, rispecchia pienamente gli indirizzi del Movimento 5 Stelle, ovvero del programma che avevamo proposto ai romani, ovvero uno stadio fatto bene, con delle offerte da parte del proponente veramente all’avanguardia, che riguardano comunque il rispetto dell’ambiente, ma tantissime altre cose che sono favore dei cittadini romani, oltre che dei tifosi della Roma.
Partiamo dalle criticità che erano state evidenziate rispetto al progetto precedente. Innanzitutto … le questioni quali erano? Le questioni erano l’impatto ambientale che un progetto del genere poteva avere, l’impatto urbanistico che una struttura così ampia poteva avere su quel quadrante, la ristrettezza dei divieti di accesso ecc. ecc. e il dubbio speculativo rispetto al progetto. Questi erano i tre filoni di contestazione complessivamente al progetto …
Comincerei per ordine. Riguardo a questa prima questione, progetto ambientale. Voi sapete che lo stadio sarà il primo stadio con la certificazione Golden Light, ovvero avrà tutti gli standard ambientali … ne dico uno, per far capire ai nostri ascoltatori di cosa si sta parlando. Tutti i materiali di scavo verranno riutilizzati per costruire. Questa è una cosa bellissima. Ma non solo. Gli spazi avranno degli standard energetici sopra ai soliti che vengono proposti nelle realizzazioni e nelle costruzioni che abbiamo visto in questi anni. Ma non solo. Abbiamo aumentato il verde pubblico all’interno del complesso. C’è tutto quello che serve. Andiamo ad affrontare il discorso del dissesto idrogeologico risolvendolo nel quartiere di Decima. L’impatto urbanistico … Abbiamo eliminato le torri, la riduzione del 50% delle cubature di cemento, questa è un’altra novità che abbiamo inserito e che abbiamo voluto noi come Movimento 5 Stelle. Ci sono tutte le opere pubbliche che servono a supporto dell’utenza … Abbiamo investito sulla Roma-Lido, più di 30 milioni di euro andranno a sostegno della Roma-Lido. C’è tutto. C’è l’allargamento dell’ultima parte della via del mare, il ponte dei Congressi che verrà realizzato con fondi ministeriali, a supporto dell’operazione. Praticamente questo è uno stadio fatto bene, è un’operazione che il Movimento 5 stelle si può veramente intestare, un successo per la città.
Per quello che riguarda l’aspetto relativo invece alla questione dell’impatto urbanistico. Un quadrante che è la porta che arriva a Roma dal settore sud e che è caratterizzato già adesso da un’incidenza molto forte del traffico, della complessità di gestione per i cittadini romani, della difficoltà di gestione dei servizi … Si diceva: un’opera così complessa e così pesante, anche per quello che immaginiamo sia la durata dei lavori, ecc. potrebbe portare nel caos un settore che forse non si riprenderà più. Questo è almeno era quello che si diceva relativamente al primo progetto dello stadio.
Possiamo fare chiarezza su questo, naturalmente. Il primo progetto, hai detto benissimo. L’area non l’abbiamo scelta noi, l’ha scelta la vecchia amministrazione. Noi ci siamo trovati un progetto megagalattico, con cubature enormi e con rischi enormi. L’abbiamo azzerato e abbiamo fatto in modo di proporne uno nuovo che, comunque, dia tutte le attenzioni a quello che lei stava dicendo. Abbiamo fatto un’operazione capolavoro qui a Roma su questo, sui danni che loro avevano fatto in precedenza. Noi probabilmente, se avessimo avuto la possibilità di scegliere avremmo scelto un altro luogo. Ma questo, purtroppo, lo sapete benissimo che il luogo scelto dalle vecchie amministrazioni è stato quello, per cui a noi il merito di aver in qualche modo aver risolto i problemi che loro hanno creato.
C’è una tempistica che si può immaginare o è ancora troppo presto per immaginare una tempistica … un momento di partenza e un momento di arrivo, di chiusura di questi lavori? E poi magari anche se è possibile immaginare quali sono le varianti ai vari piani urbanistici, se la circolazione è prevista sempre nello stesso modo oppure se è troppo presto per parlare di questi particolari tecnico-urbanistici …
Io non entrerei nei particolari tecnici, anche perché comunque c’è un iter. Io una cosa la so e la posso dire di certo: che noi siamo nei tempi ed entro il 15 porteremo la delibera in aula. Dopo di che la regione dovrà sicuramente riaprire una piccola conferenza di servizi considerando che ce n’è stata già una importante e ognuno faccia la sua parte, qui la regione faccia la sua. E’ chiaro che noi porteremo avanti per la nostra competenza tutto l’iter, su questo non c’è dubbio, fino in fondo. Dopo di che io sottolineerei una cosa importante, che le amministrazioni precedenti non hanno mai fatto: noi metteremo in atto delle convenzioni ben precise legate alla delibera, dove all’interno metteremo dei paletti. Prima a Roma si fanno le opere, da oggi, e poi si costruiscono i palazzi. E così succederà anche per lo stadio. Se non ci sono le opere pubbliche non si parte con gli altri lavori. Noi in questo mettiamo l’innovazione storica. Sapete come hanno lasciato in questi anni i costruttori romani, grazie alle amministrazioni precedenti, le nostre periferie … Con noi questo non succederà. Convenzioni precise, opere pubbliche, poi si costruiscono i palazzi e tutto quello che serve comunque all’impianto che stiamo proponendo e che stanno proponendo.
Per quello che riguarda invece … quindi la famosa fermata della metro piuttosto che l’ampliamento delle strade … fanno parte di queste opere pubbliche che sono pregiudiziali … senza queste non c’è lo stadio, ossia l’area avrà dei servizi pubblici a disposizione dei cittadini? Questo ci interessa sapere.
Assolutamente. I cittadini avranno un progetto finito. Non succederà più quello che è successo da altre parti dove vengono fatti edifici a servizio del privato, vengono fatte opere riconducibili ad un business che – giustamente, anche, per carità – il privato sta proponendo. Non succederà più questo. Se non ci sono le opere pubbliche e servizi non ci sarà neanche lo stadio. Ma questo siamo d’accordo anche con il proponente, siamo proprio veramente dando un input a questo proponendo un nuovo modo di fare l’urbanistica a Roma. Questo il Movimento 5 Stelle l’aveva detto in campagna elettorale e lo sta rispettando in questo momento. C’è in questo momento pieno accordo con tutte le parti in causa per cambiare finalmente questa città, anche dal punto di vista dell’urbanistica.
Passiamo all’ultimo punto, quello relativo alla speculazione. Già quello che ci ha detto, almeno teoricamente, mette dei paletti anche all’approccio speculativo e un po’ famelico che abbiamo conosciuto in questa città. Noi sappiamo che Roma è stata vittima per tanti anni, forse per decenni, di appetiti insaziabili di speculatori … I famosi palazzinari, naturalmente con la connivenza delle amministrazioni e il problema è che adesso … C’è la possibilità di impedire questo processo? Lei ci ha detto già alcune cose interessanti. Sì, investire e fare profitto ma con un ricasco certo per la cittadinanza. E’ questo il limite che voi tenete … lo scudo alla speculazione, e comunque se deve essere speculazione che sia a ricasco della collettività.
Questo è un punto fermo, ha fatto bene a sottolinearlo, ho delle indicazioni anche per questo, naturalmente. Il comune di Roma non mette un soldo in questa operazione, non ci sono soldi pubblici del comune di Roma. Forse negli altri anni questo non succedeva. Detto questo, abbiamo chiesto – e questo verrà messo elle convenzioni e anche all’interno della delibera – che alcuni spazi che vengono creati all’interno del progetto siano per uso sociale, ovvero per i cittadini romani, a garanzia proprio di non speculazione in questo senso. Dopo di che gli standard sono tutti controllati in modo accurato, tutti i servizi ci saranno per i cittadini, voglio dire il comune di Roma sarà comunque, in qualche modo … anche per l’indotto, per quello che porterà poi lo stadio, ricompensato insomma…
Bene, per il momento il quadro è abbastanza chiaro. Tempistica, ripeto … E’ troppo presto per parlare di tempi?
E’ troppo presto. In questo momento le ho detto per l’atterraggio della delibera, ma io credo che comunque in poco tempo questa cosa si realizzerà. Certo, in poco tempo intendo comunque un percorso che dovrà prevedere tutti gli step necessari …
Certo. Il percorso necessario per fare le cose in trasparenza e in correttezza …
Assolutamente …
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“Il film che stiamo vedendo è sempre quello della rendita”
Di Antonello Sotgia (urbanista)
“Sono tutte buone notizie “per Paolo Ferrara, capogruppo M5S in Consiglio Comunale di Roma Capitale, quelle che riguardano il “nuovo” progetto dello Stadio a Tor di Valle. Rispondendo, con molto garbo e disponibilità, alle puntuali domande di Radio Città Aperta, taglia corto: “il nuovo progetto risponde al programma che avevamo proposto ai romani”. Quindi, e questa è una notizia, quando lo stesso movimento aveva votato (con gli allora consiglieri Raggi, Frongia, De Vito), nella precedente legislatura, contro lo Stadio e la delibera di pubblica utilità, con tutta evidenza, deve averlo fatto “a sua insaputa”.
Ora il progetto torna, in una nuova veste sul tavolo, anche perché non si è mai presa in considerazione la possibilità, reale, di rimettere in discussione una localizzazione che, come onestamente afferma lo stesso Ferrara, “avendone la possibilità, non avrebbero scelto”. Lui evidentemente deve conoscere i risultati della rivisitazione progettuale perché ora, il catino di mister Pallotta e il suo (ancora) tanto che si porta appresso, diventa “un successo che il Movimento 5 stelle si può veramente intestare, un successo per la città”.
Nell’entusiasmo il capogruppo dimentica che continuano ad esserci ancora alcuni importanti pareri contrari. Contro quello della Sovrintendenza la società proponente, che non è ‘AS. Roma, ha presentato intanto ricorso. Sarà accettato? Basterà per risolvere questo caso, così come il contestuale persistente pronunciamento negativo regionale, quella che lui chiama una “piccola” conferenza dei servizi? Cosa significa piccola? Che dovrà durare poco? Che dovrà vedere ridotti il numero degli enti partecipanti? Che dovrà fidarsi sulla parola, senza guardare le nuove carte, di quella che lui chiama “innovazione storica” ma che, in questo ha ragione, non è mai stata applicata anche se si sarebbe dovuto (come non ricordare a questo proposito le tante battaglie dell’A.S.I.A.) di costruire prima le opere pubbliche e poi il resto?
Lui, rispondendo, dice chiaramente che “non entrerebbe in particolari tecnici” ed ha ragione. Sarebbe sufficiente, e queste non sono domande tecniche, che chi governa la città ci chiarisse se le trasformazioni di Roma debbano continuare ad essere “ricevute” dai vari proponenti e alla città spetti il solo compito di accettarle. Se ancora quando i progetti, come in questo caso, esondano dai numeri che il PRG stabilisce per un determinato luogo, sia sufficiente che questo processo che incide direttamente sull’abitare all’intorno, possa essere compensato da quella per lui “cosa bellissima” che “tutti i materiali di scavo verranno riutilizzati per costruire” senza sapere se magari non sia necessaria un’operazione profonda di bonifica visto lo stato “attuale” dell’area.
Sarebbe troppo chiedere un pronunciamento preliminare, ora, sugli “emendamenti” in discussione alla Camera alla legge sugli stadi che prevedono l’introduzione di “residenze di servizio per gli addetti” nella misura del 20% della cubatura che, è scritto, non partecipano alla determinazione della quota di servizi pubblici da fornire? Da chi sono abitate, oggi, le case degli “articoli 18” tanto per fare un esempio immediato. Dal personale destinato a combattere la criminalità?
Cosa significa fare le cose in trasparenza, se non si risponde alle domande che l’abitare pone alla città, limitandosi a richiedere di far scorrere l’iter velocemente.
Proprio ieri sera, al termine della festa per l’addio di Francesco Totti, James Pallotta, il Presidente, che a quella cerimonia si era imbucato da non invitato”, ha detto che lo Stadio dovrà essere finito entro il 2020, altrimenti venderà tutto.
Promuovere un’iniziativa privata, ottenere il via libera e andar via dopo aver valorizzato un’area, dal PRG non destinata a quello per cui si è ottenuto il titolo edilizio-urbanistico, è un film che in questa città ci eravamo illusi, con il “nuovo” corso sarebbe stato ritirato dalla circolazione.
Basterà l’entusiasmo di Paolo Ferrara e dei suoi, vedendo sostituite le torri di Libeskind con una marmellata di uffici, che alcuni rendering in circolazione avvicinano singolarmente al Watergate realizzato dall’ Immobiliare a Washington, a interrompere lo scorrere ancora della “pellicola” della rendita?
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