0gni anno in Campania, in estate, come in un loop diabolico i roghi di materiale tossico si intensificano, magari chi ha avuto questa idea sperava si confondessero con roghi da autocombustione, si sa da noi fa caldo.
Ogni anno, sempre più debolmente qualche politico locale si fa sentire, sempre prendendola alla lontana, proclamando la necessità di maggiori controlli, facendo preventivi spese su installazioni telecamere, qualche volta riuscendo anche ad accedere a fondi regionali o europei per la prevenzione, consistente in eserciti mai visti e telecamere mal funzionanti, altre volte aizzando il popolo contro le minoranze, soprattutto di etnia Rom.
Nessun intervento finora ha diminuito l’intensità dei roghi, poiché nessuno in realtà ha messo mano a quello che era la causa del male e non il sintomo. Ma quale sarebbe la vera prevenzione?
Lungo le strade provinciali e nei terreni della periferia è visibile ad occhio attento che si tratta di materiale proveniente da fabbriche, attività artigianali e commerciali; ritagli di stoffa, pellame, materiali ferrosi di vario genere, pneumatici, scarti edili, che qualcuno ha sversato , ed è l’esecutore.
Ma dietro un esecutore vi è un mandante che spesso – troppo spesso – resta impunito, grazie anche a leggi e normative ambigue in materia di ecoreati.
Eppure se si volesse da quegli stessi scarti vi si potrebbe trovare una traccia che guidi fino al mandante. Il tema è che non vi sono finora leggi adeguate, e spesso gli imprenditori corrompono chi dovrebbe controllare che invece chiude un occhio. Del resto il tasso più alto di corruzione è proprio nella polizia municipale o nell’insesistente Polizia Provinciale (che dovrebbe svolgere prioritariamente prevenzione ambientale):
Certo ci vorrebbero più controlli ma non solo nella destinazione finale del rifiuto, piuttosto nelle stesse fabbriche che spesso sono abusive, nelle piccole e medie imprese, anche quelle grandi ovviamente, anche se, queste ultime , grazie a leggi fatte ad hoc, ormai inquinano legalmente.
Come se non bastasse con il varo del cosiddetto decreto Genova l’esecutivo ha aumentato i limiti di diossina e Pcb nei fanghi da depurazione usati come concime nei campi. Insomma i roghi tossici sono solo la punta di un iceberg che nessuna legge, nessun intervento della politica locale o nazionale finora ha scalfito.
Fabbriche in nero, leggi nebulose, evasione fiscale, collusione, speculazione al fine di alimentare gli impianti che bruciano insomma la falsa necessità che non vi è altro modo per arginare il problema.
Dal decreto Ronchi, del 1997, e successive modifiche, in cui si mettevano le basi per uno smaltimento dei rifiuti più rispettoso dell’ambiente e quindi della salute pubblica alla più recente legge sugli ecoreati, ancora non si riesce a tenere sotto controllo lo smaltimento abusivo.
Stesso discorso vale per l’amianto, la cui prima legge che ne bandiva l’utilizzo è è del 12 marzo 1992. Il DPR 8/8/94 dispone che il censimento degli edifici con presenza di amianto libero o in matrice friabile è obbligatorio per gli edifici pubblici, i locali aperti al pubblico e di utilizzazione collettiva ed i blocchi di appartamenti.
Finora, e sono trascorsi 25 anni, nella regione Campania all’ultimo bando, di durata triennale , 2018-2020, che destina fondi per la bonifica da amianto negli edifici pubblici, hanno aderito solo 3 città.
Giugliano non è tra queste, pur essendo la terza città della Campania ed è, tragicamente, il territorio più ampiamente interessato da roghi e scarichi abusivi.
La bonifica da amianto per i privati è una pratica molto costosa e le agevolazioni in merito sono rare, insufficienti e poco conosciute dal grande pubblico, per cui chi può si rivolge ad aziende private e chi non può abbandona nei campi-
Non vi sono pratiche ne leggi efficienti a garantire che questi materiali non vengano più abbandonati nell’ambiente, non vi è una corretta informazione, ne tantomeno un interesse reale a limitare il danno.
I cittadini stremati da anni di lotte subiscono e molti si ammalano, qualcuno tenace prosegue la lotta e forma comitati. Per ora la logica del profitto vince, quello di bassa lega, quello di pochi spiccioli di risparmio, quello delle mazzette e della lotta ai Rom, individuati come capro espiatorio.
Il Comitato Stop allo Scempio Ambientale Giugliano ha avviato una petizione rivolta al Sindaco e all’Amministrazione per invitare il comune ad aderire al bando regionale almeno per l’anno 2020.
Un tragico paradosso che vede l’azione
dei cittadini che devono chiedere ad un amministrazione di fare il proprio dovere attraverso una raccolta firme, un paradosso.
Dalla Campania una volta felix, ora terra di morte e munnezza è tutto!
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