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Fermare l’intervento militare in Libia. Il 2 giugno le piazze No War

L’Unione Europea sta preparando un nuovo intervento militare in Libia. Con la copertura  ideologica e mediatica di combattere gli scafisti e la tratta dei migranti, il governo Renzi nasconde in primis la volontà dirafforzare gli interessi dei poteri forti italiani nel Mediterraneo e poi l’ipocrisia di una nuova “guerra umanitaria” che occulta e copre le cause della fugadalla guerra, dalla fame e dalla miseria di migliaia e migliaia di migranti dai loro paesi indotte proprio dalle potenze occidentali. Insopportabile è lanoncuranza criminosa della politica di fronte alla tragedia quasi quotidiana degli annegamenti dei fratelli migranti dinanzi alle nostre coste.
Per dire no ad una seconda guerra in Libia, alle spese militari e all’apartheid contro i migranti, per contrapporre alla parata militare del 2 giugno una giornata contro la guerra, in diverse città italiane martedi 2 giugno si terrano manifestazioni e sit in. A Roma l’appuntamento è alle ore 10.00 davanti al Comando Operativo Interforze (Coi) che avrà il comando della nuova operazione militare in Libia. Il Coi si trova all’ex aeroporto di Centocelle. L’appello lanciato per questa mobilitazione è sottoscritto da Rete Nowar, Rete dei Comunisti, Collettivo Militant, Comitato con la Palestina nel cuore, Comitato con il Donbass Antinazista, Pcdi, Ross@, ma la discussione nelle ultime settimane si è allargata estendendo sia la lista di adesioni alla giornata di lotta del 2 giugno che il ventaglio delle iniziative. Ma nella giornata del 2 giugno contro la guerra si manifesterà anche a Bologna (piazza 8 agosto), a Genova, Napoli, Pisa.
Approssimandosi la data del 2 giugno, i giornali della destra lanciano campagne allarmistiche contro le manifestazioni antimilitariste. Emblematico quanto scrive Il Tempo, giornale storico della destra capitolina:
“Antagonisti scatenati contro il 2 giugno. La festa della Repubblica non piace ai contestatori di professione che hanno deciso di «promuovere una giornata di mobilitazione nazionale contro la guerra, concepita come contraltare alla parata militare sui Fori Imperiali, rimettendo al centro dell’attenzione il carattere pacifista e antifascista della nostra Costituzione». Insomma un’occasione per centri sociali e movimenti antagonisti di ogni genere per scendere in piazza e provare ad alzare la tensione”.

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