Ieri nel tardo pomeriggio un incendio è divampato a Malagrotta. A soli tre anni da quello nella vicina Montestallonara, ieri l’incendio è partito dai gassificatori, in cui si tenevano i cdr, allargatosi poi ai rifiuti non trattati, come si evince dal fumo che da grigio è diventato nero, con enorme pericolo per la salute dei cittadini.
I vigili del fuoco sono ancora a lavoro, più di 70 gli uomini che stanno tentando di domare l’incendio nell’impianto e ne avranno presumibilmente per le prossime ore, mentre al presidio chiamato per questa stamattina dai cittadini e dai comitati di zona di fronte all’entrata della discarica, l’aria è irrespirabile e brucia gli occhi.
Sono mesi che gli abitanti mandano segnalazioni di miasmi insostenibili per chi abita da queste parti, ma le loro segnalazioni non vengono mai veramente ascoltate e negli ultimi giorni la situazione era addirittura peggiorata.
Gli abitanti della Valle Galeria stanno pensando di abbandonare la zona. Purtroppo ancora una volta le istituzioni falliscono nel momento del massimo bisogno, non essendo previsto nessun piano di evacuazione per situazioni di emergenza come questa. Questo nonostante le numerosi sollecitazioni fatte negli anni da parte dei comitati, essendo la Valle una zona a rischio “Seveso 3” per via della discarica.
Il Consiglio regionale alla Pisana oggi è chiuso, così come gli asili nido, ma gli abitanti di questa periferia invece che dovrebbero fare, sono per caso cittadini di serie B? Alcuni stanno decidendo in autonomia di portare via figli e nipoti, ma non per tutti c’è questa possibilità.
Inoltre, l’odore acre dell’incendio, con tutto ciò che di tossico si porta dietro, ha invaso gran parte della città, con segnalazioni arrivate nella notte fin dalla Nomentana e dalla Tiburtina, altezza Raccordo, mentre lato mare il fumo ha coperto gran parte della costa in direzione di Fiumicino.
La politica dei grandi impianti dimostra una volta di più il suo limite e non vorremmo che questa situazione di emergenza venisse sfruttata per accelerare su altre grande opere inutili e inquinanti, come il termovalorizzatore tanto voluto dall’amministrazione Gualtieri (col sostegno di gran parte delle destre) o il biodigestore di via Casal Selce.
La Valle Galeria, periferia ovest di Roma, è un territorio martoriato, vittima dei disastri generati dalla discarica di Malagrotta, falde inquinate e mai bonificate, indicata come area per un’altra discarica di fanghi e inerti (respinta dalla mobilitazione degli abitanti), altre aziende altamente inquinanti presenti sul territorio, e ora il Tmb andato a fuoco.
L’Arpa ha annunciato di aver fatto i rilevamenti del caso, ma per ora non sono state date comunicazioni ufficiali, un’incertezza che si somma all’aria irrespirabile e il cielo grigio che copre la zona. Se non si alzerà il vento a spazzare via le nubi inquinanti, la situazione potrebbe diventare molto pericolosa.
Inoltre, nell’incendio di tre anni fa, Arpa derubricò la faccenda a “un po’ di puzza”. Speriamo vivamente che non si ripeta la medesima situazione…
Come se non bastasse, a mezzo chilometro da qui c’è un impianto di trasferenza, la cui emergenza odierna ne aumenterà il carico di lavoro. Un’altra bomba in procinto di esplodere, scommettono i comitati di zona.
Una mobilitazione da parte degli abitanti sarà con tutta probabilità chiamata nei prossimi giorni, contro la politica affaristica e corrotta che ha portato al – potenzialmente – più grande disastro ambientale mai conosciuto dalla città.
“Mai più impianti a Valle Galeria, è l’ora della riqualificazione“, urlano i cittadini. A cui ci sentiamo di aggiungere e suggerire “nè nella Valle Galeria, né altrove”!
Il problema del ciclo dei rifiuti riguarda tutto il tessuto cittadino e anche oltre, comporta la messa in discussione dell’intero sistema di produzione dei rifiuti (e non solo) e come tale necessita di una risposta forte da parte di tutto quel pezzo città che non si arrende al declino inesorabile a cui sembra destinata la capitale.
Un declino la cui responsabilità è in capo a tutti i partiti politici che si sono succeduti al governo negli ultimi decenni. Senza esclusione alcuna.
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