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Cinecittà. Ciack si taglia!

Il governo ha infatti tagliato i fondi a Cinecittà Luce Spa e il taglio alle risorse del Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS) potrebbe portare anche alla chiusura dell’archivio storico della società.
L’allarme, è stato lanciato dall’associazione “100autori”, e fatto proprio dall’amministratore delegato della società, Luciano Sovena, il quale ha spiegato che “mentre si festeggia il 150esimo anniversario dell’Unità d’Italia si rischia di chiudere un insostituibile archivio storico, un’agenzia di promozione del cinema italiano all’estero impedendo di valorizzare nuovi talenti con la distribuzione di film d’autore”.
Cinecittà Luce Spa, ha 126 dipendenti, quest’anno riceverà 7,5 milioni di euro di finanziamento dal Fus, il Fondo unico dello spettacolo, che si rivelano appena sufficienti  a pagare gli stipendi. Una riduzione pesante, basta pensare ai 29 milioni che riceveva dal Fus nel 2004 o ai 27 del 2005. L’anno scorso ne aveva ricevuto 17,2 milioni.
A confermare l’entità dei tagli per quest’anno è stato lo stesso ministro Bondi il quale, pur escludendo “categoricamente l’eventualità della chiusura di questa importante realtà della cultura audiovisiva nazionale”, ha ammesso che la cifra è “tuttavia del tutto insufficiente a garantire qualsiasi attività e a mantenere integra la forza lavoro attualmente in opera”.
Bondi ha poi ribadito che il rischio che corre Cinecittà Luce spa potrebbero correrlo presto altre importanti istituzioni culturali italiane, a meno che non si arrivi al reintegro delle risorse del Fus al livello minimo di sopravvivenza, pari alla dotazione del 2010 di 414 milioni di euro.

Cinecitta’ Luce non chiudera’ ma serve un provvedimento che le permetta di ”adempiere alla propria missione”. Ed è così che dopo i tagli feroci alla ricerca e alla scuola la scure si abbatte anche sul cinema. In apparenza sembrano solo dolorose scelte sulla contabilità dello Stato, nella sostanza non si sfugge alla sensazione che il governo stia togliendo l’ossigeno a tutti i settori sociali ed economici estranei ed ostili al Berlusconi way of life.

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