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Stati Uniti. Esplode la “bolla” universitaria

Settantacinque ex studenti universitari laureati in legge, hanno intrapreso 15 cause legali da 200 milioni di dollari contro le rispettive università, accusandole di averli ingannati sulla situazione del mondo del lavoro per guadagnare sulle rette scolastiche. “Spendere 150.000 dollari per l’università è stato un pessimo investimento”, ha commentato uno degli ex studenti della Brooklyn Law School coinvolti nella causa rivolta alla Corte Suprema di Brooklyn. “Nonostante il mercato degli avvocati fosse saturo”, ha aggiunto, “l’università ha continuato a promettere ottime prospettive lavorative per i futuri laureati”. Il tasso di disoccupazione nei primi nove mesi dalla laurea, come si legge sul sito dell’università newyorkese, varia dall’88 al 98 per cento. Ma gli studenti hanno sottolineato che i sondaggi condotti dall’istituto tengono conto anche di chi ha un lavoro non legato al campo di studio.
L’iniziativa degli studenti aspiranti avvocati riporta alla luce non solo il problema della disoccupazione, ma anche la “bubble” dei presti d’onore agli studenti.
In America, da molti anni, sta nascendo una bolla. Una bolla non legata ai beni, come le case, l’oro, le azioni, ma alle persone. E questa bolla si chiama “Student loans”! Più nota anche in Italia come “prestito d’onore”. In pratica una banca finanzia la tua istruzione, spesso “in importanti università che non potresti permetterti, e appena trovi un lavoro, che dovrebbe essere di alto profilo, visto la tua preparazione, per te sarà facile ripagarmi il prestito”.

Infatti si sta accumulando una nuova bolla speculativa derivante dai crediti inesigibili dagli studenti che hanno usufruito dei “prestiti d’onore” per pagarsi le costose rete delle università statunitensi. Molti di questi non trovano lavoro, ma le banche fanno pressione per riavere i soldi. Le università attraggono gli studenti che pagano rette consistenti, promettendo facilità nell’ingresso nel mondo del lavoro, ma la crisi e la situazione economica degli Usa non è più quella di una volta. Secondo gli esperti, sarà difficile vincere queste cause contro le università, ma se gli studenti hanno imparato bene, mai dire mai.

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