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“Report” inciampa su debito pubblico ed evasione fiscale


Saltiamo a piè pari sull’”intervista” a Monti (e sull’incredibile ringraziamento a lui rivolto) che quasi ci fa rimpiangere Emilio Fede e arriviamo alla sostanza della trasmissione.

Dunque, il debito pubblico per “Report” sarebbe da addebitare all’evasione fiscale commessa da idraulici, tassisti, parrucchieri, salumieri… Neanche una parola sulle imprese che, sempre più spesso, grazie ad una vergognosa legislazione comunitaria, pur operando in Italia, localizzano le loro direzioni nei “paradisi fiscali” o su manager plurimiliardari, come De Benedetti o Marchionne, che “evadono le tasse” pigliandosi la cittadinanza svizzera. Neanche una parola sulla progressiva diminuzione della tassazione ad aziende e imprese (le aliquote marginali dell’imposta sui redditi più alti sono passate il Italia dal 72% del 1981 al 43% del 2010, le imposte sui redditi delle società dal 31,9% al 23,2%; nel 2007, il Governo Prodi con il “cuneo fiscale” regala in detrazioni fiscali, ad aziende, banche ed assicurazioni 18 miliardi di euro, ogni anno). Neanche una parola sul progressivo smantellamento degli Ispettorati del Lavoro, principale causa di evasione in Italia, al quale “Report” contrappone l’edificante storia di un imprenditore della ristorazione che, scovato con i dipendenti non in regola,  a causa di non meglio precisati “disguidi burocratici”, non trova niente di meglio da fare che licenziarli tutti.

No, per “Report” l’evasione fiscale e il debito pubblico si risolve abolendo il contante e sostituendolo con le carte di credito e transazioni finanziarie (tra l’altro, una strada intrapresa da Tremonti che aveva già ridotto le soglie dei pagamenti cash prima a 12.500 euro e poi a 5.000) e obbligando dipendenti e pensionati ad aprire un conto corrente.

Peccato che nulla venga detto da “Report” sull’uso sempre più diffuso e “spensierato” di carte di credito (che è diventata la principale causa di indebitamento per i privati in tutti i paesi capitalisti,  anche per i tassi da usura imposti dalle banche a chi va “in rosso”) o sul controllo orwelliano dei consumatori determinato dalle carte di credito.

Nulla di tutto questo:  solo qualche frase sull’arricchimento delle banche che arrivano a pretendere il 3 per cento sulle transazioni tramite carta di credito (senza parlare dei costi per il POS) e la presentazione come Vangelo di uno sbalorditivo “studio” di un istituto, (guarda un po’ facente capo all’A.B.I.) che assicura che l’uso delle carte di credito risulta essere per i consumatori più economico e conveniente del contante.

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5 Commenti


  • MAUI

    DATE TEMPO DI PRENDERE IN ESAME TUTTI GLI ASPETTI….
    FEDE??? FORSE AVEVA PROPOSTO QUALCHE CASINO’


  • Tiziano

    Salve, io credo che come è stato accennato anche nella trasmissione che gli italiani si sono subito abituati all’uso dell’euro , così succederebbe anche per l’uso totale della moneta elettronica anche da domani mattina, anzi prima si attuarrebbe e meglio sarà per tutti noi.


  • Stefania

    L’ho vista anch’io la puntata. E ne sono uscita notevolmente turbata. Senza neanche arrivare troppo in alto, vorrei sputtanare un po’ la casta dei commercialisti. Sono loro i complici delle aziende medio-grandi e grandi. Loro modellano i bilanci secondo quanto dovrebbe essere il risultato finale. In dieci anni di lavoro nel settore e centinaia di aziende seguite da vicino, posso confermare con estrema precisione che i bilanci delle società è quasi sempre falso. Tra le informazioni fornite da Report, solo una mi è parsa degna di interesse, cioè che le Srl chiudono e riaprono con gli stessi soci (o parenti e amici). Il problema è che è stata male argomentata, perchè la motivazione che spinge il proprietario dell’srl a chiudere (che spesso NON è l’amministratore), è solo la voglia di fuga dal fisco, quasi mai per i debiti. Se la finanza non comincia a frugare il naso negli studi professionali, non capiranno mai e poi mai da come nasce l’evasione. E grandi voi per aver messo in evidenza tutto questo!!


  • ericvonmaan

    Sul totale dell’evaso, la percentuale sommata di piccoli professionisti, artigiani, commercianti non arriva al 10%. Non è perseguitando l’idraulico che si risolve il problema. Il 60% dell’evaso lo fanno banche e assicurazioni… tramite i loro giochetti contabili coi quali qui dichiarano perdita e i profitti li pagano dove le tasse sono bassissime. Questo grazie alla protezione degli stessi che mandano la Finanza a fare il culo al negoziante. SVEGLIAAAA


  • Giuseppe Bauleo

    egr. sig. Santoianni, mi sono permesso di riproporre il Suo articolo nel mio blog, in quanto conteneva già molte delle considerazioni che volevo fare nel mio ultimo post… e che, a quel punto, mi sarebbe sembrato di copiare. Spero che la cosa non Le dispiaccia… e che mi perdoni anche per aver chiesto il Suo benestare a pubblicazione avvenuta (ma ci ho pensato solo dopo, mi era parsa una cosa normale). Eventualmente, correggerò il pezzo. Cordiali saluti

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