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Roma. Una maratona per la musica indipendente

Domenica 20 dicembre ci sarà il primo meeting delle etichette indipendenti. Ne abbiamo parlato con Prince Faster.  “E’ in momenti come questi che è necessario fare “rete” e contarsi, per contrastare questo insopportabile ed asfissiante clima” dicono gli organizzatori.

Al meeting sono invitate tutte le etichette di Roma e Lazio, non ci sono limitazioni di generi musicali, anzi, il nostro obiettivo è proprio quello di coinvolgere il maggior numero di Label possibile, dal jazz al metal, dal blues alla musica elettronica ecc..
Ogni etichetta potrà proporre un proprio artista per un live set (ovviamente nei limiti del possibile), durante la giornata sul palco dell’Orion, anche quì non ci sarà alcuna limitazione di genere musicale. L’ingresso sarà gratuito, così come sarà gratuita la partecipazione delle etichette al Meeting. Ogni etichetta avrà uno spazio dove poter proporre il materiale prodotto.
Sono invitate anche tutte le band prive di etichetta che vorranno esporre i propri dischi, creative commons ecc.. Il meeting si terrà dalle 11 di mattina fino a notte all’Orion Live Club – Viale John Fitzgerald Kennedy, 52, 00043 Ciampino (Roma)

Tra gli animatori dell’iniziativa, c’è Prince Faster, dj e conduttore radiofonico, una figura storica del panorama musicale romano.

Quale’è lo stato della produzione di musica indipendente a Roma? “Il fatto che abbiano aderito quarantacinque etichette è un indicatore positivo e importante. Tieni presente che le etichette indipendenti romane sono molte di più”.

Ma come e quando si può definire “indipendente” una etichetta che produce dischi e cd? “Quando la produzione nasce direttamente dal basso. Una etichetta fuori dallo show business, prende un gruppo emergente e ci investe sopra senza avere garanzie di riuscita. La differenza con le major è che queste producono solo su gruppi sui quali hanno forti garanzie di rientro e di vendite”.

Piccolo è ancora bello? Ce la possono fare tante piccole etichette a reggere la sfida? “Alcune ci riescono, altre no. Ma l’unione farebbe la forza. Se tante piccole etichette convergessero su un obiettivo comune – accordi con chi stampa i cd o con gli studi di registrazione – è chiaro che avrebbero maggiore potere contrattuale e di diffusione delle loro produzioni. Ma anche nei confronti di chi stampa materialmente i dischi che si troverebbe a fare i conti con ordinativi per migliaia di pezzi e non più centinaia”.

In questo mondo esiste il problema degli alti costi di distribuzione? “Nella distribuzione fisica di cd e dischi ancora si, ma con il download si è ormai bypassato questo ostacolo, un po’ come avete fatto voi facendo un giornale online e non su carta”.

Hai qualche idea per il futuro? “Una delle cose che potrebbero fare le etichette romane è realizzare un grande portale dove possa essere veicolata tutta la produzione indipendente della città, pur mantenendo ognuno le proprie caratteristiche e i propri siti”.

Ma quella della indipendenza nella produzione e nella musica, è solo uno stato dell’arte che scompare quando un gruppo o un etichetta vengono poi intercettate dalle major oppure è una scelta consapevole e duratura? “La gran parte dei gruppi musicali indipendenti ce l’hanno come cultura e quindi, in qualche modo, prima di firmare dei contratti cercano di salvaguardare la loro indipendenza”.

 Tutte le informazioni sul primo meeting delle etichetti indipendenti le trovate su http://www.romasuona.it/meeting-etichette-indipendenti-romane-lista-completa/#sthash.Yx66PvRB.dpbs

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