“Angela Merkel non ha creato questa situazione. Se la Grecia si trova dove si trova non è per colpa della Germania nè degli altri paesi dell’Eurozona: è colpa nostra”: cosi Petros Markaris, uno dei più noti scrittori greci contemporanei, in una intervista concessa oggi al quotidiano di destra ‘El Mundo’.
Secondo Markaris il premier Alexis Tsipras avrebbero “perso cinque mesi preziosi”. Da quando Syriza è arrivato al potere “non hanno fatto alcun progresso”: “Il risultato è che ora siamo sul bordo del precipizio”. Per il ‘padre’ del Commissario Charitos, l’eroe dei romanzi di Markaris, uno dei problemi più gravi della Grecia sarebbe “un settore pubblico gigantesco e disastroso, che da molto tempo non funziona ma divora quantità immense di risorse economiche. Era qui, nell’apparato dello stato, che si dovevano fare le riforme. Ma non sono state fatte” dice lo scrittore, celando il fatto che in pochi anni il numero dei dipendenti pubblici in Grecia è stato ridotto del 25% contribuendo ad un tasso di disoccupazione pari ormai al 27%, il più alto di tutta l’Ue.
Lo scrittore, 78 anni, non si attende una apertura dall’Ue dopo il referendum di domenica. “Spero con tutte le mie forze che si arrivi ad un accordo. Anche se non buono, anche un cattivo accordo. Ma abbiamo bisogno di un accordo. Altrimenti la Grecia finirà nel precipizio”. Per Markaris, Atene ora ha tre opzioni: “respingere un accordo con l’Ue e tornare alla dracma. Credete che staremmo meglio? No. La seconda opzione è cercare soldi fuori dall’Ue. E’ fattibile? Credo di no. Quindi ci resta solo una opzione: accettare un accordo, anche peggiore di quello che ci avevano offerto, come sicuramente sarà. La Grecia è un paese senza alternative”.
Con intellettuali così, la Grecia non ha proprio alternative…
Markaris, apprezzato scrittore e giallista di fama internazionale, e che dichiara di essere ‘un uomo di sinistra’, ha confessato in una recente intervista di aver votato il partito centrista To Potami che si dice favorevole ad una austerity in forma soft.
“Sono di sinistra ma non ho votato per Syriza. La sinistra della mia generazione, orientata verso l’utopia socialista, è riuscita ad ottenere risultati intermedi: migliori condizioni di lavoro, pensioni migliori, ecc. Quello che oggi vedo però attraverso l’Europa è una sinistra alla ricerca di se stessa. (…) A mio avviso Syriza non è di sinistra. E’ un partito euro-scettico e anti-memorandum. O perlomeno, è presentandosi così che ha vinto le elezioni. D’altronde la sua alleanza con gli euroscettici di estrema destra del partito Greci Indipendenti non si può che spiegare così. Come potrebbe essere di sinistra un partito che aspira, da programma, a ritornare al passato?”.
E pensare che sono in molti a pensare che al contrario Syriza sia ancora eccessivamente impregnata di una ideologia europeista che non permette al premier Tsipras di andare fino in fondo nella lotta contro i diktat dell’Unione Europea…
A prendere per buone le anticipazioni che la stampa ellenica e internazionale sta pubblicando in queste ore, i ministri dell’entourage di Alexis Tsipras sarebbero impegnati a concordare l’elenco di misure da sottoporre alla Troika, all’Eurogruppo e al fondo ESM in cambio di un nuovo prestito che impedisca il default della Grecia.
La proposta che l’esecutivo ellenico sta approntando conterrebbe misure del valore di 10-12 miliardi di euro, per i prossimi due anni, tra tagli alle spese e aumenti delle tasse. Quindi un terzo Memorandum anche più pesante di quello proposto alla controparte pochi giorni fa per scongiurare il referendum poi stravinto dai no all’austerity.
Secondo la stampa le misure previste sarebbero tese a incrementare le entrate dello Stato e con l’obiettivo di attrarre investimenti per favorire l’occupazione e la crescita. Il quotidiano economico greco Naftemporiki afferma – tutto va preso con le molle, ovviamente – che il piano sarà presentato domani ai creditori della Grecia. La proposta di Atene prevederebbe una serie di modifiche significative ai sistemi fiscali e previdenziali del Paese nel senso delle richieste della controparte, nel tentativo di convincere le istituzioni che il governo di Atene ha adottato un approccio “più realistico ed è impegnato a ricostituire la fiducia con i creditori”. La nuova proposta, è stato riferito, si basa su un recente testo di 47 pagine e la proposta avanzata dal presidente della Commissione europea Jean Claude Juncker. Nella nuova proposta del governo di Atene, sempre secondo Naftemporiki, è prevista una tassazione dell’Iva a tre livelli, con medicinali, libri, spettacoli d’arte e teatrali al 6%; alberghi, energia, prodotti alimentari freschi e generi alimentari di base al 13% e degli alimentari lavorati, ristoranti e altro al 23%. In questa proposta resta in vigore il 30% di sconto sulle aliquote Iva sulle isole, considerata una ‘linea rossa’ per il governo nei negoziati in corso. L’aumento dell’Iva sugli alimentari significa comunque che i prezzi dei generi di prima necessità aumenteranno subito dell’8,85%, dal momento che le imprese non saranno in grado di assorbire la differenza e di mantenere inalterati i loro prezzi. Allo stesso modo, i prezzi degli alberghi potranno aumentare del 6,1% penalizzando l’industria turistica, una delle poche risorse economiche del paese.
Inoltre, il governo manterrà la contestatissima tassa sugli immobili (Enfia) nel 2015 e 2016 che Syriza quando era all’opposizione si batteva per cancellare, e aumenterà nel contempo gli sforzi per combattere l’evasione fiscale. Secondo le indiscrezioni – ribadiamo, tutte da confermare – il piano prevederebbe anche l’aumento della tassa di solidarietà come pure di quelle sul lusso e sugli introiti delle società. Per quanto riguarda le riforme previste nel sistema pensionistico, sempre secondo quanto riferisce Naftemporiki, sembra che il governo di Atene abbia intenzione di applicare la legge Loverdos-Koutroumanis, che fornisce una pensione di base e proporzionata per chi ne ha maturato il diritto a partire dal gennaio 2015. In cambio il governo greco insisterà sul rinvio (ma non sulla cancellazione) dell’attuazione della ‘clausola di deficit zero’ per le pensioni integrative. Il nuovo sistema pensionistico avrà anche lo scopo di scoraggiare il pensionamento anticipato con l’introduzione di sanzioni più severe per chi non aspetta la scadenza naturale. La proposta del governo ellenico prevede anche l’attuazione dei suggerimenti dell’Ocse, che includono liberalizzazioni.
Occorrerà aspettare domani per saperne di più.
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luciano
Era uno dei miei scrittori preferiti.Da oggi non lo è più.Ma come è possibile travisare la realtà in questo modo?Neanche uno scherano della Troika sarebbe arrivato a tanto. Cosa passa nella testa di questi “letterati” che,oltre al conto in banca, che è sempre uno dei motivi scatenanti,li trasforma in questo modo?A volte le spiegazioni più semplici non servono a comprendere questi atteggiamenti,deve esserci,per forza, qualcosa di insondabile,perchè un attento osservatore come Markaris non può affermare certe cose .E poi non sarà certo uno come lui che potrà cambiare il corso degli eventi,e questi andranno nella direzione opposta a quella prospettata nei suoi deliri.Il coraggioso popolo greco non sa che farsene di pseudo sinistri che gettano la maschera.Complimenti a lui ,la Grecia può annoverare un altro suo detrattore,ancora complimenti,bravo.Eseguirò in suo onore un gesto che tanto piace ai suoi amichetti del nord:getterò nel luogo più consono,l’immondizia, i suoi libri.Luciano