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Enzo Del Re. Il Cantaprotestautore

                                                  Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo

ti saluto ti saluto, ti saluto a pugno chiuso

nel mio pugno c’è la lotta contro la nocività

Lavorare con lentezza senza fare alcuno sforzo

A metà degli anni Settanta, la storica Radio Alice di Bologna, iniziava le sue trasmissioni con la canzone “Lavorare con lentezza”: il brano divenne uno dei leitmotiv delle proteste operaie e studentesche. All’epoca, nessuno a Radio Alice sapeva che l’autore del pezzo fosse il molese Enzo Del Re e che quella musica avesse accompagnato MTM, spettacolo teatrale contro la misurazione dei tempi del lavoro in fabbrica, per il riscatto dell’uomo-macchina contro i padroni.

Il libro di Timisoara Pinto, “Lavorare con lentezza. Enzo Del Re il corpofonista” (edizioni Squilibri) ci racconta la vita artistica di Enzo Del Re, ripercorrendone le scelte e le lotte politiche.

Enzo il Cantaprotestautore, così si presentò la prima volta all’amico Giovanni Infantino. Banditore, menestrello delle ingiustizie, condensava nel corpo e nella voce un’energia inesauribile che lo ha portato ad attraversare ed affrontare i temi socio-politici più scottanti.

Enzo suonava innanzitutto con il proprio corpo, in tal modo restituendogli quella dignità negata dallo sfruttamento che ne fa il capitale, ieri come oggi. L’unico strumento che lo ha accompagnato durante la sua produzione artistica è stata una sedia di legno. Quella sedia è divenuta nel tempo quasi un’appendice del corpo dell’artista. La sedia che dovrebbe servire al riposo e accogliere corpi stanchi, era divenuta strumento di morte per Sacco e Vanzetti; contro la pena di morte e l’ingiustizia che colpiva sempre i più deboli, Enzo Del Re la scelse quale simbolo di rivolta e riscatto e non se ne separò più.

Il libro di Timisoara Pinto ci racconta la vita artistica dell’artista pugliese ripercorrendone le tappe grazie alle testimonianze di amici e artisti che con lui hanno lavorato e girato l’Italia. Enzo è stato uno di quelli che ha partecipato e animato gli spettacoli di Nuova Scena, la compagnia teatrale di Dario Fo, che rifiutava il teatro borghese e i suoi finanziamenti e si rivolgeva ai lavoratori e agli studenti, andando in scena in capannoni di periferia o nelle Case del Popolo. Gli spettacoli erano canovacci di rivolta in musica e parola cui parteciparono moltissimi artisti e intellettuali. Alla fine gli attori scendevano dal palco e discutevano i temi con gli spettatori, ricevendone preziosi suggerimenti. Tante canzoni di Del Re sono nate in quel contesto e successivamente nei Circoli d’Ottobre animati da Lotta Continua. Il libro, ripercorrendone la biografia, ci regala anche uno spaccato artistico alternativo-contestatario, prezioso perché differente dai racconti mediatici ufficiali.

Enzo partecipa attivamente ai movimenti contestatari dagli anni Cinquanta in avanti e riversa nella sua musica i temi più attuali e urgenti di quel periodo. Ma se ne ascoltiamo la produzione musicale vi scopriamo gli stessi desideri che animano le lotte di oggi e la stessa repressione da parte dello Stato. La polizia che in “Avola” spara sui braccianti in lotta per il salario e migliori condizioni di lavoro, è la medesima che picchia coloro che manifestano per il diritto sociale alla casa. Enzo partecipa ai movimenti degli occupanti di case a Roma e a Torino e scrive testi appassionati come “Tonino Micciché” e “San Basilio”. La lotta per la casa quale diritto delle persone, attraversa il passato e il presente e resta un tema attualissimo, oggetto di feroci repressioni poliziesche ordinate dal potere politico.

Enzo inoltre, è uno dei pochissimi autori che si è occupato attivamente dei temi dell’emigrazione. La borghesia aveva una precisa convenienza nel mantenere il Sud arretrato per avere a disposizione manodopera a basso costo e sempre disponibile a qualsiasi mansione. Oggi siamo tutti a basso costo, tutti ricattabili e sfruttabili, ma ancor di più i migranti che si muovono mossi dagli stessi bisogni che spingevano tanti italiani ad emigrare. “Povera gente” racconta di lavoro in terra straniera, di razzismo e voglia di cambiamento: è un testo che ha la saggezza di antenati millenari e la lucidità analitica del presente.

Enzo Del Re è tutto questo e molto altro, ma ciò che fa di lui un cantaprotestautore vero, è l’assoluta e rigorosa coerenza della sua vita. Ciò che ha recitato e cantato fino agli ultimi concerti, non è mai stata lettera morta. Ha vissuto la propria vita all’insegna dei principi che cantava. Molti amici ricordano ad esempio, il rifiuto totale di qualsiasi mezzo di trasporto privato; rifiuto che spesso ha dato vita a situazioni comiche, come quando seduto su un treno in prima classe con un biglietto di seconda, ha affrontato il controllore con disarmante candore militante, sostenendo che non era stato lui a inventare le classi. Enzo lottava affinché tutti i servizi pubblici come i trasporti, fossero gratuiti e accessibili.

Belle parole, belle utopie, si dirà. Eppure per Enzo Del Re erano la norma di vita e trascinava nel suo universo possibile i tanti che ne ascoltavano la musica.

Il libro di Timisoara Pinto contiene anche due cd con le canzoni dell’artista. Ascoltandolo ci si immerge in un passato di lotte che si dilata fino all’oggi e reclama l’urgenza dell’impegno.

Pina Zechini

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