L’Unione Sindacale di Base scende in piazza il 6 ottobre a Roma nella manifestazione indetta contro un sistema, quello dei Beni Culturali, basato sullo sfruttamento e sulla precarietà. Così USB accoglie l’invito del comitato promotore (Mi Riconosci…, Cnfls-Comitato Nazionale Fondazioni Lirico Sinfoniche, Flc-Facciamo la conta) a mobilitarsi per la Cultura e il Lavoro, contro il sistema che produce enormi profitti sulla pelle dei precari.
Nei teatri lirici e sinfonici, passati da enti pubblici a enti privati di profitto, nei musei pubblici e privati e nelle biblioteche, negli archivi, nelle fondazioni – dove il sistema degli appalti sottrae risorse allo Stato e tiene i lavoratori in una vergognosa precarietà esistenziale – nei Beni Culturali e nel pubblico impiego, la carenza d’organico e le scandalose norme contrattuali, gli accordi capestro, il lavoro gratuito camuffato da volontariato, lo sfruttamento dell’alternanza scuola-lavoro, riconducono tutto il mondo del lavoro a un livellamento verso il basso. Tutto questo va unificato in una vertenza nazionale.
Settori più professionalizzati e settori della “manovalanza” sono oggetto dello stesso attacco ai diritti e alle condizioni oggettive di lavoro e di vita; vengono ridotte le tutele, attaccati i diritti soggettivi come quelli sociali e sindacali, così come le condizioni di sicurezza per le persone nei luoghi di lavoro.
Responsabile è il progetto politico d’austerità che foraggia lo sfruttamento privatistico del bene pubblico, mentre sottrae le risorse alla collettività e ai lavoratori. Non si può non vedere come questo cammino verso la barbarie capitalistica più sfrenata sia implicita in politiche anche imposte dall’attuale Unione Europea: l’austerità e la spending review, il fiscal compact, l’obbligo del pareggio di bilancio in Costituzione, comportano l’azzeramento dei diritti e delle prerogative dei lavoratori e il peggioramento delle loro condizioni materiali e lavorative.
USB vuole costruire una vertenza che metta al centro le questioni delle precarietà e della frammentazione del mondo del lavoro, dei contratti collettivi e dell’attacco alle prerogative e diritti sindacali e di sciopero, una vertenza per affermare che nel mondo della cultura è stato costruito un sistema di sfruttamento da rigettare.
Sabato 6 Ottobre a Roma
Manifestazione per la Cultura e il Lavoro
Ore 10 Porta San Paolo (metro Piramide) – corteo fino a Piazza Mastai
DIRITTO ALLA CULTURA -> DIRITTI ALLA CULTURA
A difesa dell’art.9 della Costituzione e per l’abrogazione dell’obbligo di pareggio di bilancio in Costituzione (ex art.81): non esiste tutela dei beni culturali e del territorio nell’attuale regime di austerità e appropriazione privata del bene pubblico, politiche imposte dalle misure anti-popolari e iper-liberiste dell’Unione Europea;
Per un piano d’investimenti pubblici in tutti i settori della cultura, per dare stabilità e dignità lavorativa a migliaia di precari, per mettere in sicurezza i siti culturali, i teatri e tutti i luoghi di cultura per migliorare le condizioni di lavoro;
Per un vero piano di assunzioni e di stabilizzazioni che sopperisca alle gravi carenze del MIBAC dove, a una pianta organica già carente si sommano le migliaia di prossimi pensionamenti;
Ridare centralità al ruolo pubblico eliminando appalti ed esternalizzazioni. Reinternalizzare attività, servizi e lavoratori;
Stesso lavoro, uguale salario: bisogna contrastare il “dumping contrattuale” al quale sono sottoposti i lavoratori che non tutela pari diritti e pari salario a pari lavoro innescando una spirale al ribasso che aumenta lo sfruttamento;
Contro l’utilizzo del lavoro gratuito camuffato da volontariato e dell’alternanza scuola-lavoro all’interno dei siti culturali, che celano nuove e più incisive forme di sfruttamento;
Abrogazione della Legge Ronchey, che ha dato in mano ai privati la gestione di servizi, attività e profitti con il patrimonio culturale pubblico, bene comune, generando di fatto un sistema di sfruttamento dei lavoratori e dei beni culturali nei vari settori del ministero;
Superamento delle contro-riforme Franceschini che dietro la facciata della valorizzazione dei beni culturali nascondono la disneyzzazione della cultura, l’annullamento della tutela del patrimonio e il collasso gli uffici del MIBAC;
Superamento della forma di “Fondazione di diritto privato” e ripristino dell’Ente pubblico non economico; Abrogazione dell’art.24 della L.160 che scarica sulle spalle dei lavorator i disavanzi di bilancio con perdita di diritti e precarizzazione del lavoro; ripristino del turn-over, delle piante organiche e dei corpi di ballo in tutte le Fondazioni Lirico Sinfoniche.
Abrogazione del “decreto Colosseo”, che ha reso servizi essenziali anche i beni culturali, vergognoso attacco al diritto di sciopero per tutte/i lavoratori del Mibac e delle società private che gestiscono i servizi aggiuntivi (biglietterie, book shop, guardaroba, servizio audio guide ecc) .
DIRITTI E DIGNITÀ PER I LAVORATORI DEI BENI E SERVIZI CULTURALI
NO ALLA PRECARIETÀ
SI A REINTERNALIZZARE LAVORATORI E ATTIVITÀ
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