E’ di prossima uscita, per le edizioni Alcheringa, il libro “Le foche ammaestrate. Il giornalismo italiano al servizio della guerra” di Giulio Di Luzio. Un tema e una tesi decisamente centrate e centrali nel contesto nel quale ci troviamo da quando la guerra sta attraversando la realtà in cui viviamo.
Un brivido guerrafondaio da mesi eccita tante e tanti nel mondo del giornalismo con una subalternità alla propaganda bellicista che spesso tracima nell’indecenza o, appunto, nella sensazione di trovarsi di fronte a delle “foche ammaestrate” a veicolare nel discorso pubblico tutte le peggiori argomentazione guerrafondaie.
Il lavoro di Di Luzio, spiega la quarta di copertina, ha l’ambizione di decostruire l’ossessiva narrativa bellicista in corso, smontare il lessico e la cornice interpretativa per dimostrarne l’assoluta parzialità ideologica, puntare il dito contro scelte mediatiche di discutibile valore deontologico ma utili alla manipolazione del consenso.
L’Autore mette sotto la lente di ingrandimento talk show, editoriali di carta stampata e servizi televisivi di dubbio pluralismo, dimostrando una narrazione stereotipata da stucchevoli copioni di assoluto dominio atlantista.
Un linguaggio manicheo e messianico da guerra santa, denuncia Di Luzio con toni polemici, pretende di raccontare un conflitto, in cui il mainstream ha già assegnato tutte le responsabilità all’Impero del Male, la Federazione Russa, e il ruolo di vittima sacrificale alla Ucraina, espressione di libertà e democrazia dell’Occidente, artefice del destino della Umanità!
Insomma siamo andati ben oltre quel giornalismo “embedded” che abbiamo cominciato a scoprire con l’informazione al servizio dei comandi militari prima nella guerra in Jugoslavia e poi in Iraq e Afghanistan.
Ma in questi mesi di guerra in Ucraina l’arruolamento di tante e tanti corrispondenti sul fronte o negli studi televisivi non è stato neanche occultato, ma dichiarato come giusto e giustificato, sacrificando e annullando quel diritto all’informazione completa che ne dovrebbe la base deontologica e la cifra dell’informazione stessa.
“Foche ammaestrate” è un libro anche provocatorio ma dal chiaro intento dialettico e fortemente critico verso una cronaca uniforme a reti unificate, che non offre alcun distinguo, nessuna analisi equidistante e che bolla come putiniano, chi non si associa al coro unanime dei media dominanti.
Giornalisti e analisti allineati al verbo del gendarme egemone d’oltreoceano brulicano sul piccolo schermo, mentre le posizioni di chi dissente e sta fuori dal branco, vengono emarginate e zittite come vuoto pacifismo.
La parola pace infatti dal 24 febbraio 2022 è stata bandita dal vocabolario del giornalismo italiano secondo precise direttive, segnando l’inizio di una narrazione improvvisamente nuova che, tra l’altro, oscura gli eventi del 2014 e trasforma i banderisti dei battaglioni neonazisti in eroi per la libertà.
Giulio Di Luzio ha collaborato come giornalista a il manifesto, La Repubblica e Liberazione. Ha alle spalle già altre pubblicazioni, soprattutto sul tema della immigrazione (“A un passo dal sogno” e “Brutti, sporchi e cattivi”).
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Mauro
Ma degli articoli del Manifesto sulla guerra in Ucraina ne vogliamo parlare?Ogni mattina rigetto la colazione…
paolo
Altro apprezzabile libro “Maldedetti Pacifisti” di Nico Piro.
Redazione Roma
https://contropiano.org/news/politica-news/2023/04/06/due-maledetti-pacifisti-intervistano-nico-piro-0158787
paolo
Vero, l’ho comprato dopo aver letto l’articolo… me ne scuso
Mario
chiedo alla Redazione: ma nessun parlamentare europeo ha affrontato a brutto muso le tre grazie (borrel, mensola, Ursula)???
dal momento che, più o meno come a Kiev, condividiamo i valori di soffocamento di ogni dissenso non mi stupirei se la stampa ammaestrata avesse taciuto.
grazie
Redazione Roma
Alcuni si, in particolari irlandesi e greci
Mario
ero bambino durante la guerra fredda, e confesso non ho grandissimi ricordi di quel periodo, praticamente non l’ho vissuto.Non so se c’era ugualmente lo stesso senso di soffocamento per mancanza di voce: possibile che nessuno si sia alzato per dire che tutto questo è pura follia? la timidezza con cui parlamentari da noi eletti affrontano il problema è disarmante. e noi con questi dovremmo essere alleati?? ma manco nel condominio
scusate lo sfogo