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Il No degli artisti a Lucca Comics sponsorizzato da ambasciata israeliana.

Dopo Zero Calcare anche l’artista Fumettibrutti, bolognese di adozione, ha comunicato che rinuncia a partecipare a Lucca Comics, la popolare rassegna di fumetti che quest’anno tra i patrocinatori ha anche l’ambasciata d’Israele. “Dopo averlo scoperto mi sono presa del tempo prima di decidere cosa fare, e credo che se nella vita si fanno dei compromessi (io stessa ne ho fatti tanti) su questo non riuscirei a dormirci la notte” scrive l’autrice.

Massimo apprezzamento per il gesto di Zerocalcare. Io col fumetto non c’entro niente, ma se fossi stato invitato al Lucca Comics avrei fatto la medesima cosa”, ha fatto sapere Vauro, vignettista veterano.

Ma non ci sono solo gli artisti dei fumetti. Anche diversi musicisti come il romano Giancane e gli Ultimi hanno fatto sapere che quest’anno non andranno a Lucca Comics per le medesime ragioni.

Rendiamo noto, per chi aveva in programma venire a sentirci, che non saremo presenti il 5 novembre al Lucca Comics”– fanno sapere Gli Ultimi -. “Data la presenza in questa manifestazione del patrocinio dell’ambasciata israeliana, prendiamo questa decisione in solidarietà alla popolazione palestinese, pesantemente sotto attacco in questi giorni, così come negli ultimi decenni”.

Giancane e Gli Ultimi avrebbero dovuto esibirsi insieme domenica (5 novembre) nell’area musicale della rassegna.

Infine, e non certo per importanza, anche Amnesty International ha fatto sapere che non parteciperà quest’anno a Lucca Comics. “Il patrocinio dell’ambasciata israeliana al LuccaComics ci spinge a rinunciare alla nostra presenza – ha annunciato Amnesty International con un post su X-. “Comprendiamo sia prassi consolidata il patrocinio di ambasciate dei paesi di provenienza degli artisti che realizzano l’immagine del festival, ma non possiamo ignorare che le forze israeliane stanno incessantemente assediando e bombardando la Striscia di Gaza, con immani perdite  di vite civili”.

L’ultima volta che un evento culturale sponsorizzato dalle autorità israeliane aveva provocato spaccature e accesi dibattiti nel mondo della cultura, era stata la Fiera del Libro di Torino nel 2008.

Anche in quell’occasione venne lanciato un appello al boicottaggio che per mesi innescò un dibattito acceso su tutti i blog letterari e sui mass media. Per giorni la rassegna ufficiale fu “pressionata” da vicino da numerose iniziative a sostegno della Palestina a Torino e poi da una grande manifestazione popolare e solidale con i palestinesi per le strade della città che ospitava l’evento. Una conferma che il terreno della cultura e delle arti è anche un fronte di battaglia politica e non solo delle idee e dei talenti.

 

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