Ci lascia un figlio del Bronx minore
Un altro fratello se ne va. Un fratello di vita e di esperienze. Ci lascia Gaetano Di Vaio. Attore, regista, produttore, fondatore della “Bronx Film”.
Un compagno che ha guardato in faccia il dolore e la disperazione e ne ha saputo fare umanissima arte cinematografica. Racconto degli ultimi.
Comunista, indipendente, libero, si è sempre battuto contro il potere stritolante delle Major e la grande distribuzione
Veniva da Piscinola, Gaetano. Figlio anche lui di quel Bronx Minore cantato da Peppe Lanzetta. Quel Bronx che ha raccontato nei film prodotti, scritti, diretti e interpretati.
“Non mi avrete mai”, scritto con Guido Lombardi, “Il loro Natale”, “Largo Barracche”, “Gomorra“, “Là-bas-Educazione criminale” e “Napoli Napoli Napoli” di Abel Ferrara.
Voce blues e un‘esuberanza guascona che malcelava il segno indelebile di quei dannati per destino, ma anche per scelta.
Il sottoproletariato indossato con l’orgoglio della strada, come in un romanzo di Edward Bunker. Scrittore che amava.
Di Gaetano ho sempre avuto l’impressione nitida di una straripante vitalità cui però camminava affianco la morte.
Conviviale e amante del buon vino, durante i pranzi e le cene che abbiamo fatto in allegria ci siamo raccontati vicende comuni.
La tossicodipendenza, il carcere, l’illegalità vissuta e riscattata. Gli ho raccontato degli abusi subiti e con lui ho anche pianto. Perché Gaetano te lo consentiva. Non giudicava.
E alla fine, su una strada di Qualiano, se n’è andato come ha vissuto. Abbracciando quella notte che molti di noi amiamo con terrore e rispetto. Se n’è andato con l’eccesso di un’esistenza che può solo tracimare nell’altrove.
Chi racconterà ora, nel buio di una sala, le periferie dell’anima e le strade di Napoli? La loro struggente maledizione genetiana?
Ciao brò. Ci mancherai. Assai…
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